Bari chiama Kiev
La solidarietà manifestata al popolo ucraino è più di una telefonata a Kiev.
La redazione
Una Collega, ci ha mandato queste foto che ha appena scattato sull’estramurale Capruzzi, isolato compreso tra i viali Salandra ed Ennio. Per i tanti che non conoscono Bari, al centrale quartiere Picone, in zona Policlinico.
Mi auguro che la bandiera ucraina, con il testo appena tradotto, rimanga lì e l’organizzatore dello spettacolo abbia la sensibilità di condividere quel sentimento espresso e l’onore di ospitare quel gesto.
Bari, che ci risulti, non ha fatto molto nella circostanza, sia ufficialmente, come istituzioni, sia privatamente come movimenti ed ong. Siamo un giornale che a sede a Bari, ma ha la presunzione di guardare e riferire ai suoi lettori i fatti del mondo. Capita che alcune notizie locali ci sfuggano, Per carità nessuna preclusione per la nostra città, saremmo imperdonabilmente provinciali se lo facessimo, ma ai nostri lettori preferiamo raccontare quei fatti che incidono davvero sulle nostre vite o su quella del pianeta, piuttosto che le beghe condominiali.
Di solito quei gesti nel quartiere sono opera di un gruppo di giovani, che molti trattano con superiorità per l’aspetto inconsueto, ma che dimostrano sempre grande sensibilità ai temi sociali e sono tra i pochi presenti. Non possiamo dire che siano certamente loro gli Autori, potrebbe essere stato chiunque.
Ma a quel chiunque il nostro grazie grande almeno quanto tutto il cartellone pubblicitario che ospita la bandiera. Per noi, stasera, l’onore di Bari è salvo grazie ad un minuscolo gesto, frutto di un cuore grande quanto un paese intero.
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