Birmania decreta la legge marziale.
Polizia usa idranti per disperdere i manifestanti. Diversi feriti fra la folla numerosissima.
GP
La prima imponente manifestazione di protesta contro il golpe militare è cominciata sabato ed ha registrato un crescendo nè accennava a finire.
Il regime militare che ha destituito Aung San Suu Kyi una settimana fa, la presidente del Paese, Premio Nobel per la Pace, era stato alla finestra contando sul fatto che si sarebbe sgonfiato.
Il capo dell’esercito Min Aung Hlaing, autore del golpe cerca di giustificarlo accusando presunti brogli elettorali. E’ la prima volta che appare in televisione dal golpe e lo fa per affermare: “Stiamo indagando sulle autorità responsabili di queste frodi elettorali”.
Non una parola su legge marziale e coprifuoco che in contemporanea i suoi collaboratori rendevano note ai birmani. Divieto di manifestare, di essere in più di cinque, e coprifuoco dalle 20 alle 4.
Provvedimenti che hanno suscitata una reazione immediata dell’Ue e della Gb che chiedono una riunione d’urgenza del Consiglio dei diritti umani dell’Onu. L ‘ambasciatore britannico a Ginevra Julian Braithwaite: “Insieme all’Ue abbiamo presentato una richiesta per una sessione speciale sulle implicazioni per i diritti umani della crisi in Myanmar“.
Finora la giunta militare che ha assunto col golpe il controllo del Paese si era astenuta dall’uso della forza per reprimere le proteste, ma la polizia oggi ha utilizzato gli idranti contro i manifestanti nella capitale Naypyidaw.
Gesti che uniti alla legge marziale ed al coprifuoco indicano che la speranza dei militari di assicurarsi un consenso popolare si è dimostrata vana e che non è da escludere che si scateni in Birmania una vera e propria guerra civile. I seguaci della presidente Aung San Suu Kyi , destituita dal golpe del primo febbraio, conta su un numero di seguaci impressionante, e soprattutto gode di una immensa popolarità. La situazione è una vera e propria polveriera.
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