Boris Johnson perde ancora pezzi di governo ma resta inchiodato alla poltrona
Il governo Johnson vacilla sotto i colpi degli scandali a carico del primo ministro
La redazione
Pensavamo che il vizio di essere sconfitti platealmente o diventare impresentabili e restare il politica. con una faccia di bronzo senza eguali, fosse, relativamente ai Paesi democratici occidentali, prerogativa dell’Italia. Tutto avremmo potuto immaginare salvo che dall’Inghilterra, patria della democrazia, saremmo stati smentiti. La conoscevamo con Margaret Thatcher, Tony Blair e Theresa May. Boris Johnson si dimostra l’esatto opposto.
Reduce da una mozione di sfiducia all’interno del partito conservatore (il suo), superata di stretta misura, con il 41% dei voti contrari, dopo le dimissioni ieri dei ministri della Sanità, Sajid Javid, e delle Finanze, Rishi Sunak, oggi altre due dimissioni che pesano. La prima è quella del sottosegretario per l’Infanzia e la famiglia, Will Quince, e la seconda quella di Laura Trott, assistente del Segretario di Stato ai Trasporti.
Pesa l’aver mentito pubblicamente, ancora una volta. La goccia che ha fatto traboccare il vaso aver sostenuto di non sapere nulla delle aggressioni sessuali (a maschi, anche minorenni) da parte di un parlamentare a lui vicino. E’ risultato che lo ha gratificato, conferendogli importanti incarichi, nonostante fosse perfettamente a conoscenza degli scandali che lo riguardavano. Il tutto si somma al disastro economico della Brexit, alla feste a Downing Street mentre vigeva il lockdown e la frittata è fatta.
Johnson ha immediatamente messo mano alle sostituzioni, ma che i suoi giorni a Downing Street siano contati sembra cosa certa.
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