Detenzioni nel barese: 8 scarcerati

Di questi due “presunti” boss ritenuti pericolosi, un vecchio boss ed altri cinque, di cui alcuni sospettati di reati piuttosto gravi.

La Redazione

L’emergenza Coronavirus e lo stato di sovraffollamento delle carceri sta causando la scarcerazione di diversi detenuti, molti dei quali ritenuti pericolosi.

I politici fanno “ammuina” direbbero a Napoli, fanno cioè finta di combattere, attaccare, pretendere, minacciare, ma in realtà si limitano a recitare una sceneggiata, essendo consapevoli di essere loro i primi colpevoli, che da tempo immemorabile non pongono seriamente mano al problema dell’edilizia carceraria.

I fatti. Sette pregiudicati del Barese hanno ottenuto recentemente gli arresti domiciliari. Tra loro due elementi di spicco, il boss malavitoso di Trani Gaetano Rano, ritenuto in passato vicino al capoclan Salvatore Annacondia, e l’andriese Valerio Capogna. Il padre di quest’ultimo, Vito Capogna è stato vittima di un agguato mortale il 25 luglio scorso. Il figlio Valerio, insieme al fratello, era stato arrestato con l’accusa di reati connessi alla realizzazione delle vendetta. Per alcuni degli altri 5, reati non lievi che vanno dal presunto traffico di droga, per il conversanese Nicola Laselva , alla presunta estorsione per il tranese Armando Presta. Reati minori per gli ultimi tre Vincenzo Sassanelli, Ruggiero Brancacci e Antonio Lovreglio.

Con l’occasione si è appreso anche di un’ottava scarcerazione che riguarda Nicola Capriati, barese d’origine, residente da tempo a Venezia.