Carola alt in Germania
Fermata per qualche ora in Germania, Carola Rackete.
Maria Catalano Fiore
Tutti ricordano Carola Rackete la paladina dei clandestini, al comando di un’ imbarcazione di un’ong tedesca, premiata anche in Francia dopo essere entrata in collisione con una motovedetta italiana della Guardia di Finanza a Lampedusa tra il giugno e luglio 2019?
La capitana Rackete che tanto ha fatto parlare di sè, la ritroviamo oggi su diversi giornali, perché fermata nella sua stessa patria, la Germania. Carola Rackete infatti è nata l’8 maggio 1988 a Preez in Germania, e se sei di famiglia ricca (il padre Ekkehart, è colonnello ed ingegnere militare, che lavora nell’industria della difesa) puoi scegliere tutti gli stili alternativi di vita che credi.
La paladina, in questo caso, evidentemente, senza un qualsiasi ingaggio, difendeva vestita da pinguino, l’abbattimento di alcuni alberi disposto per l’allargamento dell’autostrada A49 nei pressi di Homberg. Tanto in nome della difesa del “riscaldamento globale”, ma quale che sia la motivazione, ostacolare un’attività pubblica, per i crucchi è comunque illegalità. Tornata in patria, la “Capitana”, ormai senza nave sembra essersi riciclata in un personaggio ispirato a Greta Thunberg, dopo aver fatto per un po’ la No Tav piemontese. C’è chi nei media ha ipotizzato che per la Carola, dopo i fatti di Lampedusa, attrarre su di sè l’attenzione internazionale sia vitale. Non sappiamo se sia così.
Resta il fatto che è stata portata via da una casa su di un albero, che si vede bene nello sfondo, dove s’era sistemata con altre attiviste. Ha inveito contro la polizia tedesca ed alcuni dei suoi compagni attivisti hanno usato anche razzi e fumogeni. Non proprio un gesto prudenziale. I poliziotti hanno avuto la meglio, ovviamente e l’hanno caricata, dotandola di opportuna mascherina, come una diva, su una camionetta per portarla al comando dove è stata in stato di fermo per qualche ora ed ha poi cominciato a dichiarare su Twitter che “ogni nuovo Chilometro di autostrada che viene allargato ci fa correre verso un disastro ecologico”.
Per alcuni colleghi sta snocciolando una serie di dichiarazioni standard da Martin Luther King, al quale, adesso, pare ispirarsi, proclamando che “E’ giunta l’ora in cui il ricco popolo occidentale deve assumersi le proprie responsabilità.” Per quegli stessi giornali, s’intuisce che l’ideologa, nonché, leader del Movimento “ecologista” tedesco è lei. C’è chi le consiglia. dalle pagine di qualche giornale, che improvvisamente rinnega il suo garantismo tradizionale, di fare attenzione perchè la Germania ha norme severe, non è come l’Italia o la Francia che le hanno attribuito meriti e non colpe.
Chi vivrà vedrà. Devo dire, che non parlarne dopo il clamore attribuito alla notizia non solo da giornali politicamente orientati, ma da anche da fonti diverse, non ci è sembrato corretto, ma che tutto sommato se fermato fosse stato un comune attivista dal nome sconosciuto, probabilmente e, forse anche opportunamente, non se ne sarebbe saputo nulla. E se hanno ragione quelli che hanno letto la notizia come un accendere i riflettori su se stessa, in sostanza a scriverne le facciamo forse un involontario favore.
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