Dal Consiglio di Stato primo no alla sospensiva chiesta da A.Mittal
Il Presidente della Quarta sezione del Consiglio di Stato ha rimesso la decisione al Collegio, fissando apposita udienza l’11 marzo e ‘udienza di merito il 13 maggio 2021″.
GP
Che il presidente della Quarta sezione del Consiglio di Stato non ritenga sussistano i requisiti per sospendere la decisione del Tar di Lecce che ha confermato la validità e l’operatività dell’Ordinanza sindacale di Melucci, primo cittadino di Taranta, che imponeva all’ArcelorMittal lo spegnimento degli impianti dell’area a caldo, altamente inquinanti e con conseguenti emissioni tossiche, assegnando sessanta giorni all’impresa ricorrente per adempiere, è evidente.
L’Ordinanza di Melucci, come confermata dal Tar di Lecce col termine di 60 giorni, prevede lo spegnimento il 14 aprile. Per cui il Presidente, giudice monocratico competente alla sospensiva, ha deciso di rimettere al Collegio la decisione e fissando la data dell’udienza collegiale all’11 marzo non crea alcun danno irreparabile ai gestori dell’ex Ilva.
L’udienza di merito sarà poi tenuta il 13 maggio, ma già dalla decisione che il Collegio adotterà in fase di provvedimento cautelativo si potranno tirare le somme di quello che sarà il giudizio definitivo.
Una cosa è certa in questo giudizio ed è che al Presidente della sezione competente “non risulta e non è stata comprovata la circostanza che, in assenza di immediate misure cautelari, per l’appellante si produrrebbe uno specifico pregiudizio irreparabile, prima della data dell’11 marzo 2021, quando si riunirà l’organo collegiale.” Non è un respingimento definitivo del ricorso ma, a naso, non si mette bene per l’ArcelorMittal.
Fortunatamente, aggiungo, la salute dei tarantini viene assolutamente prima degli interessi economici e produttivi della siderurgia. Dita incrociate per l’11 marzo ed il 13 maggio.
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