Dalla Cei per Natale
Permesse celebrazioni e partecipazione, ma solo alla chiesa più vicina.
La Redazione
Il fatto che la Conferenza episcopale italiana, l’organismo che riunisce l’intera comunità dei vescovi del Paese, senta il bisogno di chiarire ai fedeli le norme di partecipazione alla messa di Natale credo dia sufficientemente il senso di confusione che regna sovrano.
Certo, gestire il contenimento di un virus estremamente contagioso (altro che poco più di un influenza, come sostenevano tutti all’inizio ed ancor ora taluni negazionisti, tra cui Donald Trump, che di danni ne ha fatti più che a sufficienza). Che le norme e le regole dovessero mutare repentinamente, seguendo l’andamento della diffusione del virus era scontato e ragionevole, ciò non toglie che il continuo susseguirsi di regole diverse e di sfumature non proprio facili da cogliere ha ingenerato ed ingenera confusione a dir poco. Non dimentichiamo che l’Italia è un Paese dove l’età media è alta e gli anziani più fortunati vivono da soli a casa propria. Difficile che memorizzino regole comportamentali che cambiano da una settimana all’altra.
Dunque la Cei precisa ai fedeli che “non ci sono cambiamenti circa la visita ai luoghi di culto e le celebrazioni: entrambe sono sempre permesse, in condizioni di sicurezza e nella piena osservanza delle norme“. Purtuttavia ” Durante i giorni di ‘zona rossa’ si consiglia ai fedeli di avere con sé un modello di autodichiarazione per velocizzare le eventuali operazioni di controllo .“
I vescovi ricordano ai fedeli infine che in base alla Circolare del ministero dell’Interno del 7 novembre 2020, le chiese dove ci si può recare “dovranno ragionevolmente essere individuate fra quelle più vicine”.
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