Duecentomila in Piazza San Giovanni
La manifestazione indetta dai sindacati dopo l’assalto alla Cgil supera ogni rosea previsione
La redazione
Gli organizzatori hanno contato intorno a duecentomila presenze oggi a Piazza San Giovanni per la manifestazione indetta dalla confederazione sindacale per dire “No” ai fascismi ed alla violenza e “Si” al lavoro, alla sicurezza, ai diritti.
I sindacati non sono stati lasciati soli e sono scesi in piazza tutti i partiti del centrosinistra, Pd, M5s, Leu, Azione, Sinistra italiana, Rifondazione comunista, Europa verde. Assenti all’appuntamento per difendere la libertà e la democrazia da brutali attacchi squadristi, Italia Viva e tutto il centrodestra. Se per i secondi era scontato, per Italia Viva à l’ennesima occasione persa per tentare di ricucire uno strappo col centrosinistra che si lacera sempre più profondamente.
Maurizio Landini, rispondendo a Matteo Salvini, che ha parlato di manifestazione di parte, ha detto: No, questa è una manifestazione che difende la democrazia di tutti. Questo è il tema. L’attacco alla Cgil, l’attacco al sindacato è in realtà un attacco alla dignità del lavoro di tutto il Paese. E noi siamo qui non per difendere qualcuno ma per difendere la democrazia e per estenderla.”
Ha, quindi, aggiunto: “L’applicazione della Costituzione deve ridiventare la stella polare della riforma e del rilancio del Paese. C’è un primo atto che chiediamo che il governo faccia, con l’appoggio di tutto il Parlamento, le forze che si richiamano al fascismo e usano atti violenti devono essere sciolte. Dalla solidarietà si deve passare all’azione concreta”.
Prima di concludere ha chiesto “verità per Reggeni”.
Per Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil: “In questa piazza c’è la nuova Resistenza. La Resistenza che è quella che ha combattuto il fascismo. Vogliamo riaffermare i valori della democrazia, della partecipazione e rifiuto della violenza”.
Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, è piuttosto duro: ” Cosa si aspetta a rendere obbligatorio l’obbligo vaccinale, grave che il governo e il Parlamento non l’abbiamo ancora fatto per mera convenienza politica e per nascondere contraddizioni all’interno della maggioranza. E’ grave che per non affrontare queste contraddizioni si siano scaricati conflitti e divisioni sul mondo del lavoro. Così si rischia di trasformare i luoghi di lavoro in trincee”.
Don Luigi Ciotti: “Il dissenso è il sale della democrazia e la violenza è la sua negazione. La violenza dei fascismi, dei razzismi e dei sovranismi nasce dal veleno di una società disgregata e da una democrazia pallida dove troppi diritti sono parole dette o scritte sulla carta ma non si traducono in concreto. Poi c’è anche la violenza delle mafie che si alimenta a sua volta dei vuoti della democrazia, della coesione e dell’ingiustizia sociale e ambientale”.
Accanto ai sindacati ed ai partiti notevole la partecipazione di associazioni che si ispirano a principi di libertà e democrazia.
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