Elisabetta II: l’addio!
La regina aveva pianificato da tempo il suo funerale. Dopo le soste nei luoghi del regno a lei più cari, oggi il funerale a Westminster e poi la tumulazione vicino al suo Filippo nella cappella Giorgio III
Maria Catalano Fiore
A metà degli anni 60, quando S.M. Elisabetta seconda aveva circa 40 anni, il Parlamento inglese, e lei stessa, hanno predisposto un piano per una sua eventuale morte denominato “London Bridge”.
Una serie di indicazioni che culminavano nella scelta della sede dei funerali e della tumulazione. Elisabetta ha scelto l‘Abazia di Westmister come sede per il suo addio. Infatti, proprio qui si è tenuto oggi l’ultimo saluto dopo un’attesa lunga 11 giorni che ha portato le spoglie di Elisabetta in giro dalla Scozia a Londra dove sono confluiti tutti quelli che volevano salutarla e le duemila persone più potenti al mondo per onorarla.
E’ da considerare un vero summit mondiale, trasmesso live dalla Bbc. La prima occasione per re Carlo III di presentarsi come traghettatore della monarchia britannica.
Certamente, le disposizioni, prese negli anni 60, sono state ampliate. L’allarme terrorismo è significativamente aumentato. La Pandemia ha risucchiato forze e il Regno Unito è difronte ad un’operazione di sicurezza senza precedenti in tempi moderni. I tabloid inglesi oggi titolano che la salma della regina sia già stata sepolta.
Un particolare, se vero, probabilmente dettato da ragioni di sicurezza, ma che non toglie niente alla solennità del rito di omaggio ad una DONNA che non è stata solo la Sovrana del Regno Unito, ma un pilastro per la storia diventando la seconda regnante più longeva di sempre dopo Luigi XIV e la prima donna che ha regnato più a lungo in tutto il globo.
Sono state prese misure estreme. Solo Il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, con la moglie, ed il neo premier israeliano sono stati autorizzati -per motivi di sicurezza- all’uso dell’auto blindata personale, tutti gli altri in bus, teste coronate, diplomatici, ecclesiastici. Ed in autobus anche il nostro Presidente Sergio Mattarella, accompagnato dalla figlia e dalla nostra bandiera, che svetterà su Buckingam Palace con le altre.
Vladimir Putin, assente in quanto non invitato. Protesta del Cremlino.
L’Imperatore del Giappone, con sua moglie, hanno fatto una vera trasgressione alle loro leggi, partecipando al funerale di un monarca non strettamente nella loro parentela.
Scotland Yard ha vietato l’uso di auto blu, limousine ed elicotteri. ha invitato tutti a viaggiare con voli di linea e arrivare in tempo utile poiché da inizio mattina è stato istituito no-fly-zone. I tetti circostanti bordati di cecchini, per le strade 10mila poliziotti, 1.500 soldati, più le Sas, le forze speciali britanniche.
Il governo ha emanato e distribuito, da giorni, una guida di sette pagine, tabloid con gli orari precisi, per i sudditi che hanno voluto dare l’ultimo saluto alla sovrana.
Alle ore 11,45 ora italiana, la bara è stata traslata dai marinai della Royal Navy dal fusto di cannone su cui è stata trasportata, utilizzato sia per il trasporto della salma di re Giorgio VI che della regina madre; il principe consorte Filippo, invece ha preferito la sua camionetta militare, quindi a spalla sin dentro l’Abbazia.
L’hanno seguita, a piedi, nel breve tragitto, i figli, nelle loro divise militari, compreso la figlia Anna, personaggio silenzioso, ma importante nel regno, nella sua divisa da Ammiraglio. Ruolo confermato a fianco del fratello.
All’ingresso, subito dopo la bara, i famigliari maschi, più stretti, guidati sempre da Carlo, a cui si è unita Camilla. Presente anche il principe Andrea, ma in abiti civili, indossare la divisa gli è stato concesso solo durante la veglia funebre (dopo lo scandalo è stato bandito da tutti gli eventi pubblici). Stessa disposizione per il nipote Harry (che ha scelto liberamente di uscire dalla famiglia reale). Stessa sofferenza sui loro volti.
Alle ore 12.00 in punto è cominciata la funzione. In prima fila tutti, uniti al coro con i loro consorti, dietro i nipoti, presenti anche i piccoli George e Charlotte, un atto dovuto, per indicare la continuità della monarchia.
La bara, di quercia britannica, costruita più di 30 anni fa, è avvolta nella bandiera del Royal Standard, ed è posizionata su un catafalco protetto ai quattro angoli da membri delle forze armate.
Sulla cassa i simboli del potere monarchico: la corona Imperiale, lo scettro e il globo crucifero, interamente d’oro, con perle e pietre preziose, creato nel 1661.
All’ingresso dell’Abazia i controlli di sicurezza sono stati simili a quelli degli aeroporti. Vietate grandi borse, liquidi e fiori. Vietato scattare foto in qualsiasi modo.
Il rito si svolge come previsto, con inni, anche in latino, musiche inglesi e dopo l’inno nazionale “Good save the Queen”, da oggi in poi “Good save the King”, cornamuse scozzesi e poi un pezzo di J.S.Bach scelto da Elisabetta.
Londra, la capitale è ferma, disposto il bank holiday, uffici e scuole chiusi, dalle 11.00 in poi anche in tutto il regno, per poter seguire il funerale. Autoambulanze allineate lungo Whitehall.
Big ben silenziato con un grande cuscino, oggi un solo colpo, al momento dell’ingresso in Abbazia.
In questi due giorni in coda tanta gente nota e meno nota. Gente accampata in attesa da 24/48 ore. Una lunga attesa per non perdere la postazione conquistata. Hanno portato con se cibo ed acqua, ombrelli, impermeabili, caricatori per i cellulari. E’ rimasta in fila ordinatamente oltre le transenne, piangendo.
Il funerale toccante della donna più potente del mondo ed alla sovrana più amata dai suoi sudditi. Forse, l’ultimo della storia.
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