Gli Ori di San Nicola
Recuperati gli oggetti d’oro trafugati qualche notte fa dalla statua di San Nicola esposta in Basilica. Un furto che poteva essere di ben altre dimensioni.
Maria Catalano Fiore
Nei giorni scorsi con un furto con scasso sono stati trafugati alcuni oggetti dalla statua di San Nicola esposta in Basilica: oltre agli spiccioli delle offerte, un anello d’oro, l’evangelario con le tre sfere d’argento e un medaglione contenente una fiala della preziosa manna.
Un atto compiuto da un marocchino molto sprovveduto, poiché dopo aver preso pochi oggetti, si è dileguato ignorando, meglio, le sale del Museo Nicolaiano che contengono davvero un tesoro, esposto in costose teche che potevano essere danneggiate. Insomma, come si dice a Bari, San Nicola ci ha messo una mano! e poi….”Addò va con la robba mij?” e il giorno dopo era tutto risolto. “Scherza con i fanti e lascia stare i Santi!”.
Comunque lo sprovveduto marocchino, che viveva in un casolare abbandonato nei dintorni del quartiere Japigia, aveva ancora tutto in un borsone.
Forse intendeva omaggiare San Nicola, un Santo che per le sue origini e per i suoi secolari contatti russi, potrebbe davvero far qualcosa e mettere “Na’ man n’cap sia a Putin che a tanti altri”.
Non dimentichiamo che San Nicola è un santo molto venerato sia da Russi che da Ucraini e che una delle preghiere ricorrenti in questi giorni è “Dio è lontano, San Nicola è vicino”.
Ma come mai alcuni Santi posseggono questo immenso patrimonio? Sono oggetti di valore offerti in dono, prevalentemente a loro, o alla Vergine, per grazia ricevuta o in adempimento di una promessa: ex voto.
Ex voto è una locuzione latina che indica “secondo promessa fatta” ed è apposta sugli oggetti donati. L’attuale “Museo Nicolaiano”, sito nei locali che facevano parte dell’antico Ospizio per i pellegrini, ampliato ed inaugurato il 6 febbraio 2010, raccoglie quasi tutte le donazioni, tranne quelle esposte, o in uso comune, legati alla Basilica di San Nicola.
Sono pezzi di straordinario valore legati alle secolari vicende della Basilica. Una grande attrazione per chiunque fosse interessato al Santo ed alla storia della città stessa partendo dall’antichità ed attraversando dall’epoca bizantina (876-1071) sino alla dominazione borbonica (1734-1861) e post unitaria, oltre alle epigrafi, pergamene e codici miniati ci sono smalti, stemmi, reliquiari, calici, ori, argenti e gemme di inestimabile valore storico come la “Corona votiva di Ruggero II”, la pergamena con il sigillo di Federico II di Svevia, i preziosissimi paramenti sacri e gli oggetti liturgici legati al Santo.
Molti di questi calici sono dono di zar russi sino alle soglie della grande rivoluzione. Papa Bergoglio stesso ha definito la città di Bari “La Capitale dell’unità della Chiesa”. Proprio in questo luogo, consacrato da Papa Urbano II nel 1089, i pellegrini russi ed ucraini sino a poco tempo fa si riunivano in preghiera, nella cripta, o per officiare le loro liturgie proprio dinanzi alle spoglie del Santo. Ora sono coinvolti in una guerra fratricida.
Documenti attestano veri e propri pellegrinaggi russi di massa (prima riservati solo ai nobili ed agli zar) sin dal 1683 e, tra i più recenti, c’è il pellegrinaggio di russi, ucraini e georgiani del 2018 per le celebrazioni ortodosse in onore di San Nicola: i fedeli hanno gremito la Basilica superiore ed inferiore durante la messa celebrata dal Metropolita Juvenalij di Krutizk e Kolomenskoe, il più anziano vescovo della Russia.
Sullo spiazzo antistante la Basilica è collocata, inoltre, una imponente statua, in bronzo, di San Nicola in abiti vescovili, opera dello scultore fonditore Ferdinando Traversa. La sua caratteristica è quella di essere stata donata direttamente da Putin. Tutto ciò è specificato in una targa bilingue accanto alla statua e firmata da Vladimir Putin
Nella settimana scorsa il sindaco della città metropolitana di Bari Antonio De Caro ha omaggiato la statua con fiori dai colori della bandiera ucraina.
Sulla targa Putin si rivolge ai cittadini baresi con queste parole: “Possa questo dono essere testimonianza non soltanto della venerazione del grande Santo da parte dei russi, ma anche della costante aspirazione dei popoli dei nostri paesi al consolidamento dell’amicizia e della cooperazione”. Noi tutti lo speriamo. anche se non è portando la guerra in Europa che si consolidano “amicizia e cooperazione”. E a dirla tutta non solo in Europa. Ovunque ci sia una guerra il mondo è in pericolo ed in sofferenza.
Per interventi utilizzare il “Lascia un commento” o scrivere alle e-mail info@lavocenews.it o direttore@lavocenews.it. Per seguirci su Facebook potete mettere il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivervi al gruppo lavocenews.it. Grazie.