Gli Stati Uniti promettono più aiuti militari all’Ucraina, la pace sembra lontana
All’excalation del conflitto imposta da Putin la risposta americana potrebbe consistere nell’invio anche di aerei da combarttmento.
Gianvito Pugliese
Gli Stati Uniti hanno promesso di assicurare un sempre maggiore supporto militare all’Ucraina. Previsto l’invio di droni di ultima generazione, e stanno riflettendo nuovamente sull’opportunità di inviare aerei da combattimento. Le forze russe, infatti, hanno sistematicamente ed incessantemente bombardato a tappeto paesi e città dell’est. Più tempo passa, meno le truppe avanzano, più la Russia colpisce con feroce crudeltà le popolazioni civili inermi. La guerra, per il mondo, “l’operazione speciale militare” per i russi, sta per entrare nel suo sesto mese e si presenta di durata sempre più lunga.
Mosca e Kiev hanno firmato ieri un accordo, definito storico sia da Erdogan, che si è speso per patrocinarlo, sia da Gutierres sulla possibilità di esportare via nave, che ha alimentato molte speranze di sbloccare vaste quantità di esportazioni di grano dai porti del Mar Nero.
Volodymyr Zelenskiy ha sottolineato l’importanza dell’accordo ma, amareggiato e preoccupato per i violenti combattimenti su diversi fronti, ha concluso che non ci sarà un cessate il fuoco fino a che il territorio occupato dai russi non fosse stato riconquistato.
“Congelare il conflitto con la Federazione Russa significa una pausa che dà alla Federazione Russa una pausa di riposo”, ha dichiarato, intervistato dal Wall Street Journal.
“La società (ndr. ucraina) crede che tutti i territori debbano essere prima liberati, e poi possiamo negoziare su cosa fare e come vivere nei secoli a venire”.
Poche le novità sul fronte. Le forze russe non sono riuscite ad assicurarsi il controllo sulla seconda centrale elettrica più grande dell’Ucraina a Vuhlehirska, a nord-est di Donetsk, e le truppe russe hanno cercato di avanzare a ovest dalla città di Lysychansk, ma sono state respinte dalle forze armate ucraine, che hanno inflitto ai russi ancora una volta pesanti perdite.
Oggi ancora molti feriti, anche tra i civili, a causa di 13 missili russi contro un aeroporto militare e una stazione ferroviaria ferroviaria nella regione centrale di Kirovohrad.
Nella città meridionale di Nikopol, sul fiume Dnipro, bombardamenti russi, effettuati a ritmo continuo,
Lungo il fiume, nella regione di Dnipropetrovsk, i razzi russu hanno preso di mira una città e villaggi vicini.
Nelle ultime 48 ore si sono verificati pesanti combattimenti mentre le forze ucraine hanno continuato la loro offensiva contro la Russia nella provincia di Kherson, a ovest del fiume Dnipro. Lo rende noto oggi l’intelligence militare britannica.
“Le linee di rifornimento delle forze russe a ovest del fiume sono sempre più a rischio”, afferma il ministero della Difesa in un aggiornamento dell’intelligence.
Nel nord-est, “diversi potenti attacchi” hanno colpito il centro di Kharkiv, la seconda città più grande dell’Ucraina, afferma il sindaco.
Kiev spera che la sua nuova fornitura crescente di armi occidentali, come il sistema missilistico di artiglieria ad alta mobilità statunitense (HIMARS), le consentirà di riconquistare il territorio tenuto dalle forze di occupazione russe.
Il ministero della Difesa russo ieri ha sostenuto che le sue forze avrebbero distrutto quattro sistemi HIMARS tra dall’inizio di luglio. Notizia smentita sia dagli Stati Uniti, che dall’Ucraina.
La Casa Bianca ieri ha annunciato 270 milioni di dollari di nuovo sostegno a Kiev, de che sono in coso lavori preliminari sull’invio di aerei da combattimento. Una mossa che richiede tempo.
L’invasione dell’Ucraina del 24 febbraio ha causato il più grande conflitto europeo dal 1945. Milioni di persone costrette a fuggire e intere città ridotte in in macerie. Il Cremlino afferma di essersi impegnato in una “operazione militare speciale per smilitarizzare e denazificare” l’Ucraina. Kiev e gli alleati occidentali affermano che la guerra è un atto di aggressione non provocato.
AFFARE DEL GRANO
L’accordo di ieri per consentire la spedizione di determinate esportazioni dai porti del Mar Nero è inteso ad evitare la carestia tra decine di milioni di persone nelle nazioni più povere. Partirebbe più grano, olio di girasole, fertilizzanti e altri prodotti destinati ai mercati mondiali, anche per esigenze umanitarie.
Il blocco dei porti ucraini da parte della flotta russa del Mar Nero, ha alimentato l’inflazione dei prezzi di cibo ed energia.
Mosca ha negato responsabilità nella crisi.
“Oggi c’è un faro sul Mar Nero. Un faro di speranza… possibilità… e sollievo in un mondo che ne ha più che mai bisogno”, ha affermato il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres.
Dall’agenzia di stampa russa RIA si apprende che la Lituania ha revocato il divieto al trasporto ferroviario di merci sanzionate in entrata e in uscita dal territorio russo di Kaliningrad, un’enclave tra la Polonia e lo stato baltico, senza collegamenti diretti con Russia.
ULTIM’ORA Ma oggi i russi hanno giù rotto l’accordo di ieri che prevede anche l’intoccabilità dei porti attaccando il porto di Odessa. Guterres lo ha definito l’ennesimo crimine di cui Putin e la Russia dovranno rispondere,
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