I medici e gli infermieri italiani: un esempio per il globo.
Da due fatti della cronaca odierna: la tristissima scomparsa di 71 medici e la raccolta di telefonini degli infermieri. qualche considerazione.
Gianvito Pugliese
Considerazioni che partono da uno, anzi due, fatti della cronaca del nostro Paese, che se subisce una colossale aggressione dal Coronavirus, alla quale sta reagendo meglio che può, con la positività dei cittadini, in stragrande maggioranza ligi alle disposizioni e prudenti nei comportamenti, e la negatività di una politica, con la p minuscola, incapace di unirsi per non rinunciare ad una miserabile visibilità. Non hanno tutti i torti quei pochi Colleghi con gli attributi che affermano che. risolto il problema virus, sarà opportuno aprire una discussione sulla sanità parcellizzata in micro regioni, che per coprire le proprie falle non trovano di meglio che scaricare le proprie responsabilità sullo Stato, alimentando polemiche assurde e spesso basate sul nulla. Intendiamoci non è che lo Stato le abbia imbroccate tutte, anzi, ma sta facendo del suo meglio e supplendo a testa bassa alle carenze spesso di altri.
Andiamo subito ai due fatti di cronaca oggi in evidenza sull’Ansa. Primo: Il sacrificio dei camici bianchi, 71 medici deceduti. Purtroppo continua ad allungarsi la lista di medici, per i quali è giusto scrivere “caduti sul campo”. Sono veri e propri eroi di una guerra combattuta non contro un nemico visibile e facilmente individuabile, ma contro un nemico invisibile ed impalpabile, per combattere il quale stiamo facendo miracoli con la ricerca, ma la soluzione non sembra a portata di mano, anche se ogni giorno si fanno passi avanti. La Federazione nazionale dell’ordine dei medici comunica che oggi le vittime tra i medici sono salite a 71. Tanti i fattori che vi avrebbero contribuito: dalla mancata attuazione dei piani pandemici, nazionale che risale al 2006 e regionali del 2007, dunque abbastanza obsoleti, carenza di tamponi e Dpi (dispositivi di protezione individuale) ed esclusione del personale sanitario dall’isolamento fiduciario in caso di esposizione non protetta a Covid-19. Tutti dicono di essersele procurate grazie ai propri contatti ed amicizie. ma le mascherine ad alta protezione sono del tutto carenti tra i medici di famiglia, e non è che abbondino tra gli operatori ed i medici del 118.
La seconda notizia che mi ha colpito è che gli infermieri dell’ospedale di Ancona, ma non solo di quella città, si sono impegnati nella raccolta tra la popolazione, ma prima di tutto tra amici e conoscenti, di telefonini usati per consentire ai pazienti in isolamento di poter contattare i proprio cari e le proprie famiglie. La raccolta è cominciata mettendo a disposizione i propri telefonini dismessi ma ancora idonei. Poi si è estesa un poco a macchia d’olio è sta dando risultati assolutamente imprevedibili. Definirli angeli forse è poco.
Medici, infermieri, soccorritori del 118 e delle associazioni di volontariato stanno dimostrando che il nostro è davvero un grande Paese, a dispetto di quanti ci hanno additati come untori di manzoniana memoria. Non mi resta che concludere richiamando, per chi non l’avesse letto, l’articolo di un Collega di questa testata di pochi giorni or sono “Quando le persone serie giurano”.