I russi cercano di accerchiare gli ucraini
I combattimenti nella regione orientale nel Donbas
La redazione
La Russia sta bombardando oggi più di 40 città nella regione orientale del Donbas, in Ucraina. Ha già distrutto una dozzina di grattacieli, mentre le truppe di Mosca, numericamente superiori in alcuni punti, cercavano di circondare i nemici ucraini.
Fallita la conquista della capitale ucraina, Kiev, e o della seconda città, Kharkiv, nella sua guerra di oltre tre mesi, la Russia sta cercando di raggiungere almeno il pieno controllo del Donbas, per affidarlo ai separatisti. La regione industriale comprende le province di Luhansk e Donetsk.
La Russia sta attaccando da tre lati, provando ad accerchiare le forze ucraine che resistono nelle città di Sievierdonetsk e Lysychansk. Se cadessero in mano russa l’intera provincia di Luhansk sarebbe sotto il controllo russo, uno dei principali obiettivi attuali della guerra del Cremlino.
La situazione era molto tesa poiché 25 gruppi tattici russi hanno tentato di circondare le forze ucraine.
Secondo la Joint Task Force ucraina nel bombardamento, a cui abbiamo accennato in apertura, di più di 40 città sono stati distrutti o danneggiati anche 47 siti civili, di cui 38 case ed 1 scuola: “Come risultato di questo bombardamento cinque civili sono morti e 12 sono rimasti feriti”, ma “10 attacchi russi sono stati respinti, quattro dei suoi carri armati e quattro droni distrutti e 62 “soldati nemici” uccisi”.
L’ufficio di Zelenskiy ha confermato che 11 grattacieli sono stati distrutti a Sievierdonetsk e otto a Lysychansk.
Zelenskiy avrebbe cercato, senza successo, di organizzare uno scambio di prigionieri con Mosca.
Per la TASS: “Ci sono molti prigionieri. Ora il numero totale è d di 8.000 e centinaia se ne aggiungono ogni giorno”.
Mentre Putin ha firmato un decreto per l’acquisizione accelerata della cittadinanza e dei passaporti russi per i residenti delle terre appena conquistate la Duma ha abolito il limite di età dei 40 anni per il servizio contrattuale nelle forze armate russe, riconoscendo la necessità di sostituire le truppe perse,
Zelenskiy, ha commentato: “(Loro) non hanno più abbastanza giovani, ma hanno ancora la volontà di combattere. Ci vorrà ancora tempo per schiacciare questa volontà”. Ha poi affermato che il conflitto potrebbe essere concluso solo con colloqui diretti tra lui e Putin.
La Russia respinge con forza l’accusa di crimini di guerra, ma le denunzie circostanziate hanno superato quota 12mila ed il primo sergente russo incriminato ha confessato ed è stato condannato all’ergastolo.
La Russia ha bloccato le navi dall’Ucraina meridionale che normalmente trasportano attraverso il Mar Nero grano e olio di girasole esportati attraverso il Mar Nero. I prezzi a livello globale alle stelle, conseguentemente e l’Unione africana ha esortato Russia ed Ucraina a sbloccare le esportazioni di cereali e fertilizzanti per evitare una carestia diffusa.
La Russia ha accusato le severe sanzioni occidentali di essere responsabili della della crisi alimentare. Ieri si è dichiarata poi pronta a fornire un corridoio umanitario per le navi che trasportano cibo, ma solo a condizione che le sanzioni fossero revocate. Dopo aver usato il gas come arma ora usa grano e cereali allo stesso modo ricattatorio.
Come abbiamo avuto già modo di raccontare nell’editoriale odierno: “La Commissione europea a sua volta ha proposto ieri di rendere un crimine (europeo) la violazione delle sanzioni dell’UE contro la Russia, attribuendo ai governi dell’UE il compito di confiscare i beni di aziende e individui che eludono le restrizioni contro Mosca. Nel frattempo, con una mossa che spinge Mosca più vicina all’orlo del default, Biden ha annunciato che non avrebbe concesso la deroga per consentire alla Russia di pagare oltre la scadenza gli obbligazionisti statunitensi.
Ciliegina sulla torta: l’UE ha spero di concordare sanzioni sul petrolio russo prima del prossimo incontro dei leader. Ma la Russia, secondo alcuni economisti, almeno per ora, non è a corto di soldi. I ricavi di petrolio e gas hanno prodotto 28 miliardi di dollari nel solo mese di aprile, grazie agli alti prezzi dell’energia.
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