Il costo di un “SI”
Bellissima foto da un matrimonio, scattata dal nostro amico Michele Lotito. wedding photographer. Ma cosa succede ai matrimoni attualmente, Ovviamente in calo…e senza lavoro tanta e tanta gente.
Maria Catalano Fiore
Sembra di ascoltare un mantra: non si fanno più figli ….non si sposa più nessuno….ecc…. Ma poverini come fanno i giovani che intendono sposarsi in questo periodo?
Meno 70%
Di tanto sono calati i matrimoni in Chiesa tra il 2019 e il 2020.
Il Covid ha annichilito l’intero comparto dei matrimoni e il suo indotto: circa 300.000 persone che con i lavoratori stagionali toccano i 900.000 mila. Il fatturato sceso del 90% (da 15 miliardi di euro a 1,5) lo stato ha dato pochi spiccioli come ristoro, chiusura di molte location stupende. Ma soprattutto l’impossibilità per tanti di riuscire a sposarsi anche se già programmato.
“L’amore trionfa sempre”, magari! Ma il Covid impone paletti e molti compromessi: pochi invitati, ma con molti parenti come si fa? Costi più alti in tutto, qualcuno ha perso il lavoro, cassa integrazione o altro, come si può avviare una famiglia se non si è sicura di poterla mantenere? Avere un figlio, pura illusione e l’orologio biologico corre…il fatidico “Si” tanto atteso viene rimandato, rimandato e rimandato poi….o la coppia scoppia, o si convive con poche certezze.
Mentre gli sposi promessi sono costretti a posporre un sogno, per altri questo stallo diventa un vero incubo: tutti quelli, e sono tanti, che con le cerimonie ci campano.
Intorno a quell’altare ci vivono tutta una serie di categorie di persone dal piccolo artigiano, il wedding planner, i 120-130 dipendenti (quasi sempre stagionali, o a chiamata) che può arrivare ad avere la location per il ricevimento….proviamo ad analizzarle:
Partecipazioni, bigliettini vari, menù ed altro: 1 o due tipografie artigianali, a volte anche un perito calligrafo che le verga a mano.
Chiesa e addobbo: entrate per la Chiesa e per i fioristi costretti a rimanere con le mani in mano, o con fiori appassiti. Crisi anche per floricultori e vivaisti. Con loro anche i Floreal design o progettisti di addobbi. I Floricultori lamentano un vero crac tra cerimonie di matrimonio e funerali impossibili.
Auto: noleggiatori di auto d’epoca o altro per matrimoni, le auto costano più da ferme…
Chi coordina il matrimonio, anche se…molte spose hanno ormai anni per programmare l’evento.
Le fedi o vere nuziali
Chi noleggia tovaglie importanti, nelle quali ha investito capitali, chi poi le deve lavare e stirare.
Estetiste e parrucchieri che incassano sul look della Sposa e invitati tutti.
I Fotografi e Filmaker che oramai si considerano una “categoria deceduta per Covid” come giustamente fa notare il nostro amico Michele Lotito, fotografo ed anche wedding phothographer e, come apparso su alcuni cartelli di protesta.
Stilisti e sarti di abiti per cerimonia: una ditta di abiti da sposa ne ha esposto uno nero in vetrina…Come le tantissime boutique specializzate in veli, tulle e strascichi e via dicendo sono rimaste con depositi pieni di varie creazioni che il prossimo anno non andranno più.
Se poi pensiamo alle carovane di indiani o cinesi che si trascinano dietro centinaia di invitati in location dal Lago di Como ai trulli o masserie del Salento, la proporzione di questi mancati guadagni, è da paura.
Bomboniere e confetti? Anche a farle confezionare, pazientemente, da una parente virtuosa ha dei costi di cotone, confetti e confezione non da poco.
Chef stellati, Cuochi e Pasticcieri, meglio non parlarne.
Musicisti o complessi ed animatori….tutti ko, nessun ammortizzatore.
Viaggi di nozze: con il blocco dei viaggi nessuno più si è mosso e il tracollo è stato verticale, praticamente del 100 x 100. A spasso gli operatori di agenzie di viaggio, in via di chiusura.
Nel 2020 in Italia erano prenotati 221mila matrimoni, di cui 9.000 stranieri, spiega Michele Boccardi, presidente di AssoEventi Confindustria, in una dichiarazione alla stampa, “Gli stranieri provenienti dall’estero sono molto ricchi e capaci di fatturare un indotto economico di 3 miliardi di euro contro i 7 generati dagli italiani. Una Gallina dalle uova d’oro che stava valorizzando l’Italia come meta romantica d’eccellenza”.
Una masseria pugliese location ed alloggio, che da anni organizza questo tipo di matrimoni, nel 2019 ha fatturato oltre 4 milioni di euro, nel 2020 solo 230.000. Dallo stato, quale “ristoro” ha percepito 10.000 euro di indennizzo. Non si possono accumunare ai semplici ristoranti, è un comparto e sistema ben diverso.
Se il virus non è prevedibile, si potrebbero creare protocolli per mettere in sicurezza i matrimoni e riuscire a festeggiare, seppur tra distanze di sicurezza, disinfettanti e mascherine.
Certo chiedono un pochino di pietà le sposine costrette a rimandare le nozze e “Sull’orlo di una crisi di nervi”. Su Facebook si è aperto un gruppo “Spose Guerriere” a cui si sono iscritte in migliaia per condividere le tante disavventure, tra caparre perdute, abiti diventati inutilizzabili, invitati spazientiti e relazioni diventate difficili. Rimandare una data dall’estate all’inverno e poi ancora costa: penali, partecipazioni da rifare, abito prima estivo, poi invernale, poi ancora…...
Non “convolare a nozze” porta anche a implicazioni psicologiche, interrompe un “progetto di vita”, e soprattutto ritarda la nascita di nuove vite. Se poi hanno acquistato casa…in costruzione o ristrutturazione, in stallo. Mobili imballati, non consegnati, mobilifici e loro indotti in crisi…
Il Presidente di Confindustria AssoEventi non si da pace come questa filiera del Made in Italy sia riconosciuta a malapena. “L’artigiano dei matrimoni è un valore italiano, che appartiene alla nostra cultura e si sviluppa sul nostro territorio. Il mondo ce lo riconoscere e le ricadute economiche sono grandi. Salvaguardiamolo“.
E salvaguardiamo chi di matrimoni ci “campa”!
Un grazie per le belle foto all’amico Michele Lotito photographer
Riflettiamoci!
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