Il Covid non ferma la malavità.
Arrestati ad Apricena (Fg) due degli evasi dal carcere di Foggia e, col loro, un latitante.
La Redazione
La pandemia fa chiudere scuole, teatri, industrie, negozi, ma non ferma le attività dei malavitosi. Fortunatamente non si ferma neanche l’attività ordinaria, tra cui quella investigativa, delle forze dell’ordine, nonostante queste ultime siano in prima linea nell’attività di prevenzione e contenimento della diffusione della pandemia.
Ad Apricena, in provincia di Foggia, sono stati arrestati Francesco Scirpoli e Angelo Bonsanto, evasi il 9 marzo scorso dal carcere di Foggia, nel corso della rivolta esplosa negli istituti di pena italiani.
I due, che sono ritenuti dagli inquirenti fra i vertici del clan mafioso Romito, sono stati trovati dalle forze dell’ordine in una casupola adiacente una cava. Con loro è stato arrestato anche Pietro La Torre, un pregiudicato latitante da oltre un anno.
Dei 72 evasi dall’istituto di pena foggiano è ancora in fuga solo Cristoforo Aghilar, trentaseienne omicida.
Poco dopo si è appreso che è stato arrestato, con l’accusa di avere aiutato i tre latitanti di cui sopra avendo messo a loro disposizione il predetto casolare, Antonio Radatti, cinquantacinquenne di San Marco in Lamis. Tra i reati contestatie: favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena con l’aggravante mafiosa. I tre ricercati, è stato precisato, sono ritenuti elementi apicali dell’organizzazione mafiosa ‘Lombardi-Ricucci-Latorre’ erede del clan Romito.
Nel casolare sono stati rinvenute radio ricetrasmittenti, telefoni cellulari, denaro e viveri.