Il primo Dpcm di Draghi presentato ai media.
Presentato in conferenza stampa un Dpcm che delude chi sperava in un allentamento delle misure ed adotta la via della seria prevenzione.
GP
Le dichiarazioni di Roberto Speranza sono, ovviamente le più attese. Non solo per l’esperienza maturata da Speranza nelle lotta al Covid-19, ma proprio per il ruolo di Ministro della Salute, di uomo a cui è affidata la salute e la stessa vita dei cittadini italiani in questa difficile fase emergenziale.
E Roberto Speranza: ” Il Dpcm è stato firmato dal presidente del Consiglio pochi minuti fa ed è in vigore dal 6 di marzo al 6 di aprile. Il principio guida del nuovo dpcm, adottato dopo confronto ampio con Parlamento e Regioni, è la tutela della salute come questione fondamentale e faro, linea guida essenziale. Per ricostruire il Paese, per lo sviluppo del Paese, bisogna vincere la pandemia. La curva dà segnali piuttosto robusti di ripresa e risalita e facciamo i conti con alcune varianti temibili del virus come la variante inglese, ma anche variante sudafricana e sudamericana. Il Dpcm prova a mantenere un impianto di conservazione delle misure essenziali che sono vigenti. Viene confermato il modello di divisioni del nostro Paese di aree che corrispondono a colori. Noi riteniamo che differenziare i territori sia la strada giusta perché ci permette di dare la risposta più idonea ad ogni segmento” del Paese.
“Sulla necessità di dare un ristoro economico, è chiaro che l’impegno del governo è dare risposte. Siamo consapevoli dei sacrifici delle persone” costrette a interrompere le proprie attività “e il governo vuole essere vicino con atti concreti. Ma questi sacrifici sono indispensabili ed è chiaro che l’intervento economico è indispensabile e siamo impegnati nei prossimi giorni a lavorare in questa direzione” prosegue Speranza, “La variante inglese ha una particolare capacità di penetrazione nelle fasce più giovani. Questo ci ha portato a determinare che in area rossa le scuole di ogni ordine e grado saranno in Dad, così come nei territori dove il tasso di incidenza del virus è pari o superiore a 250 ogni 100mila abitanti. Sono colori che ormai gli italiani hanno imparato a conoscere: le zone rosse, che sono quelle a più alta diffusione del virus, e poi arancioni, gialle e da ultimo la zona bianca con il minor tasso di rischio, in queste ore sono in corso interventi da parte di molti presidenti di Regione volti a costruire un modello che riesce a delimitare con ancora maggiore dettaglio su specifici ambiti sub-regionali. Riteniamo sia una linea che va nella direzione giusta perché produce un effetto ancora più significativo”.
Un quadro delle linee ispitarici del Dpcm alla luce delle emergenze sanitarie del Paese che non sono affatto finite, ma che le varianti stano rendendo ancor più temibili. E quindi, intervenuta Maristella Gelmini, ministro per gli affari regionali e le autonomie, che al suo intervento ha dato un taglio decisamente politico.
Gelmini: “Abbiamo assunto un’altra proposta delle Regioni, quella di un tavolo per valutare i 21 parametri. Sarà un tavolo tecnico, ma sarà un momento in cui bilanciare i criteri e valutare se sarà necessario un cambiamento. I tempi sono fondamentali per non arrecare nuovi disagi ulteriori ai cittadini: la bozza è pronta da venerdì e siamo in grado stasera di completare il dpcm Covid. C’è un cambio nel metodo, perché il dpcm è improntato alla massima condivisione possibile. La risoluzione del Parlamento è la stella polare, poi la condivisione si è estesa alle Regioni, province, comuni. Abbiamo cercato di acquisire il punto di vista degli amministratori: abbiamo accolto alcune proposte come la partenza delle misure restrittive dal lunedì. Nel decreto sostegno abbiamo previsto risorse per 200 milioni di euro” per supporto alle famiglie sul tema dei congedi parentali. Non parlerei di chiusura delle scuole: l’intendimento è tenerle aperte, tutti le vogliamo aprire. C’è la volontà di giocare la partita dalla parte della scuola, ma è chiaro che c’è un problema legato alle varianti che non si acuisce nei bambini ma crea una problematica nel contagio. Laddove strettamente necessario per le varianti si impone la sospensione dell’attività in presenza” .
Le fa eco a tal ultimo proposito Speranza: “La scuola è una funzione essenziale del Paese, faremo di tutto per garantirne il funzionamento. La scuola a distanza è un’estrema ratio”.
Ed il Ministero della Salute precisa “che è rimasto il divieto di asporto per le attività dei bar (codice ATECO 56.3) dopo le 18.00. Viene consentito ora l’asporto solo fino alle 22.00 dalle enoteche o esercizi di commercio al dettaglio di bevande (codice ATECO 47.25). Resta, ovviamente, vietato il consumo sul posto.”
Sulle varianti intervengono Silvio Brusaferro e Franco Locatelli. Il primo: ” La variante inglese ha una prevalenza stimata intorno al 54%, al 18 febbraio, il che vuol dire che oggi il valore è sicuramente più altro. E’ la variante dominante come avevamo previsto. La circolazione della variante inglese è maggioritaria e lo sarà sempre più: ha più elevata trasmissibilità, il modo migliore di contrastare la trasmissibilità è ridurre le occasioni di trasmissione”. Il secondo, Locatelli: ” Abbiamo anche noi evidenze chiare sul fatto che la variante inglese” è più trasmissibile nelle fasce di età comprese tra i 10 e i 19 anni, ma anche tra i 6 e 10 anni nelle quali vi è un aumento del numero di casi infetti come Sars-Covid 2. Questo maggiore potere infettante o contagiante non si associa a patologia più gravi I bambini, per dare un messaggio molto chiaro, restano fortunatamente risparmiati dalle forme più gravi”.
Dopo qualche altro dettaglio tecnico si passa alla campagna vaccinale.
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