“Il rischio di conflitto armato in Ucraina è reale” lo dice Stoltenberg
Per il Segretario generale Nato; “Chiediamo che Mosca si ritiri anche da Georgia e Moldavia. La Russia rispetti la sovranità e l’integrità territoriale dei suoi vicini”.
La redazione
Se le dichiarazioni di Stontelberg, che leggete nel titolo e nell’occhiello, a nome della Nato non sono leggere, chi ci mette il carico da 11, come si usa dire nel vecchio gioco della briscola, è la vice segretaria di Stato Usa Wendy Sherman: “Decidano se vogliono il dialogo o la guerra”.
Dopo sette ore di negoziati (o non negoziati e semplici preliminari) tra The States e Rusia, sono arrivate le quattro ore di Consiglio Nato-Russia, che -come sopra- hanno fallito l’intento di disinnescare le “forti divergenze” tra i due blocchi, perché qui la Nato parlava a nome dei suoi trenta stati membri e la Russia a nome dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO), che conta sei nazioni: Russia, Armenia, Bielorussia, Kazakhstan, Kirghizistan e Tagikistan. All’ordine del giorno l’Ucraina e non solo. Un dialogo, a detta delle delegazioni, “franco e aperto“. ma che non ha ridotto le distanze che rimangono incolmabili. La fotocopia riveduta e corretta dell’incontro precedente.
La Nato si è dichiarata pronta a nuovi ulteriori incontri dal momento che “il rischio di un conflitto armato in Europa è molto concreto e bisogna prevenirlo”. Mosca ha preso tempo. La sua tattica di sempre, quando ha a che fare con colossi. è decisionista solo nei confronti di staterelli, E, d’altro canto, i negoziatori russi hanno solo il compito di ascoltare, stoppare e riferire al nuovo zar, Vladimir Putin. Sedersi allo stesso tavolo, non accadeva dal 2019, non è stato sufficiente a fare passi avanti verso la de-esclation.
Richieste nette da ambo le parti, quanto conflittuali ed inconciliabili. Per la Nato, imprescindibile anzitutto, che Mosca ritiri le sue truppe da Ucraina, Georgia e Moldavia; ma allo stesso tempo che non ponga veti sulle future, ipotetiche quanto possibili, adesioni all’Alleanza atlantica, e non provi a cercare di dettar legge su dove i trenta alleati occidentali possono schierare le proprie forze. Mosca, per contro, chiesto alla Nato di non accogliere nel suo seno Paesi come Ucraina, Georgia o Finlandia, il cosiddetto fronte orientale, e vorrebbe imporre limitazioni “agli schieramenti dell’Alleanza negli ex sovietici come la Polonia e gli Stati baltici che hanno aderito alla Nato dopo la Guerra Fredda”.
“Gli alleati della Nato sono pronti a impegnarsi in un dialogo con la Russia, ma non scenderemo a compromessi sui principi fondamentali. Non scenderemo a compromessi sulla sovranità e l’integrità territoriale di ogni nazione in Europa, e non scenderemo a compromessi sul diritto di tutti i Paesi di fare, di scegliere la propria strada, compreso il tipo di accordi di sicurezza di cui vogliono far parte, e non scenderemo a compromessi sul diritto degli Alleati di proteggersi e difendersi a vicenda”, ha affermato il segretario generale Jens Stoltenberg. Qui non si tratta d’intransigenza Nato. E’ in ballo il suo diritto ad esistere, al pari del CSTO filo russo. Se la Nato non si sogna d’impedire a Francia, Germania, Inghilterra o agli altri 27 di diventare alleati della Russia, non si vede perché la Russia chieda non di non ammettere i suoi alleati, ma quei suoi vicini che sono nelle mire di annessione da parte di Putin, che ogni notte crediamo sogni di ridar vita alla morta e sepolta URSS.
Più dura e decisa la vice segretaria di Stato Usa, Wendy Sherman: “La crisi in Ucraina “è stata creata dalla Russia e spetta alla Russia risolverla. La Nato è sempre pronta a impegnarsi con la Russia e a discutere di stabilità in qualsiasi momento ma è la Russia che deve scegliere tra la diplomazia e lo scontro con le sue conseguenze”.
Sherman ha la praticità delle donne. Parla di dialogo “molto serio e diretto” con i russi e di “un’unanimità sui principi” tra tutti i Paesi componenti dell’Alleanza atlantica. A nome dei Trenta ha invitato la delegazione ad andare dal presidente Putin ed riesaminare con lui proposte per un futuro colloquio. Ha fatto capire che la tattica russa dell’eterno rinvio, ormai è troppo scoperta per essere ulteriormente tollerata. Con la capacità delle donne di essere diretta, ha fatto capire che o si va avanti nelle trattative o si rompe. La Russia la smetta di giocare con la sicurezza dell’Europa e del Mondo, Se tergiversa ancora si dovrà assumere le colpe di ciò che ne deriverà,
La delegazione moscovita tenta di tenere il punto: “Col suo comportamento, la Nato sta creando rischi inaccettabili per la Russia” afferma il vice ministro degli Esteri russo, Aleksander Grushko, capo della delegazione russa al Consiglio Nato-Russia. “Non abbiamo un’agenda comune nelle aree di comune interesse”. ha aggiunto e si è detto preoccupato di “un ritorno alla Guerra fredda“.
Diplomazia a parte non sono mancate le minacce. Mosca ha detto in modo diretto che “un’ulteriore peggioramento della situazione con un allargamento dell’Alleanza atlantica a Est, porterà a conseguenze molto serie e imprevedibili per la sicurezza europea” .
Stoltenberg, fino a quel momento meno diretto della Sherman, ha reagito: “Abbiamo chiarito che qualsiasi uso della forza contro l’Ucraina sarà un grave e serio errore strategico da parte della Russia. E avrà gravi conseguenze e la Russia dovrà pagare un prezzo elevato”.
Più che un negoziato, alla fine, un scambio di ultimatum. Tocca a Putin, ottimo giocatore, fare la prossima mossa sulla scacchiera. Lui prova a guadagnar tempo e attivare azioni militari improvvise ed impreviste (vedi il Kazakistan dove i militari russi sono atterrati ed entrati in azione più di tre ore prima che il Presidente kazako chiedesse l’intervento per reprimere la protesta), ma gli piaccia o meno su quel tavolo contano quanti e quali pezzi hai. Il peso della Nato è straordinariamente maggiore di quello di un tempo e Putin non governa l’URSS, ma la Russia ed i suoi cinque satellitini inconsistenti. Non saranno l’elefante ed il topolino, ma la tigre ed il gatto ci sembra il giusto rapporto di forze. Non è cosa da poco e messo alle strette, come la Nato sta facendo, la partita si fa estremamente dura per l’inquilino del Cremlino.
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