Ilaria Salis portata in aula a Budapest in catene a mani e piedi

In copertina Ilaria Salis, in catene e ceppi, assiste all’udienza del processo

Gianvito Pugliese

Basterebbero questi fotogrammi ad un’Unione europea degna di Paesi civili per cacciare a calci, dove dico io, Victor Orban ed in suo Paese nazista.

Ilaria Salis è sotto processo e rischia fino a 24 anni di carcere, per “aver aggredito” due neonazisti che manifestavano nello scorso febbraio. I due non hanno né denunciato, né querelato, ed in loro mancanza la procura, che si è accanita contro Ilaria, non ha altro in mano che un pugno di mosche, ma sufficienti per una giustizia inesistente in un Paese manifestamente nazista, guidato da un Hitlerino da strapazzo, come Victor Orban, a tenerla in carcere preventivo da quasi un anno e negarle ieri gli arresti domiciliari.

E’ manifestamente un processo “politico”, una farsa inscenata da magistrati neonazisti per colpire duramente chi alla dittatura nazista di Victor Orban non ci sta.

Tajani ha fatto la sua formale protesta, ma piuttosto tiepida, giusto per lavarsi la faccia e su X scrive: “Chiediamo al governo ungherese di vigilare e di intervenire affinché vengano rispettati i diritti, previsti dalle normative comunitarie, della cittadina italiana Ilaria Salis, detenuta in attesa di giudizio“. Giorgia Meloni ed governo italiano hanno un unico “alleato” in Europa e si chiama Victor Orban e la sua Ungheria, in cui vige una dittatura morbida.

Questa testata urla alto e forte che i diritti di Ilaria Salis devono essere rispettati, e visto che in nostro Governo, non fa nulla per la sua cittadina in catene ingiustamente, esprimiamo nei suoi confronti la più convinta condanna e chiediamo alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ed alla Presidente del Parlamento, Roberta Metsola, anche in quanto donne democratiche, di intervenire con la dovuta severità e la necessaria durezza, che è l’unica cosa che Orban potrebbe capire. La nostra richiesta è rivolta altresì al Presidente del Consiglio europeo Charles Michel.

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