Imputato ortopedico, abusava durante le visite.

Abusi sulle pazienti, accertati dalle microspie dei Carabinieri di Casarano

Nunzia Zampino

Si discuterà il prossimo 15 settembre il processo abbreviato nei riguardi di Sergio Cosi, l’ortopedico 66enne originario di Tricase, ai domiciliari dallo scorso novembre con l’accusa di aver abusato di otto pazienti, in una clinica a Casarano e nell’ospedale di Tricase (in copertina).

Sergio Cosi

L’istanza di procedere col rito abbreviato, che in caso di condanna consentirà all’imputato di beneficiare dello sconto di un terzo della pena, è stata avanzata questa mattina dagli avvocati difensori Luigi Covella e Stefano Bortone, nel corso dell’udienza preliminare celebrata dinanzi alla giudice Giulia Proto.

Saranno parti civili al processo, qualora nel frattempo non si arrivi a un  accordo risarcitorio, le otto donne individuate dall’ inchiesta come vittime, e il marito di una di queste, con gli avvocati Attilio De Marco, Salvatore Abate, Alvaro Storella, David Alemanno, Luca Puce, Elisa Cappello, Mauro Marzano.

A riscontrare gli abusi, avvenuti tra il gennaio e il settembre del 2021, furono i carabinieri della sezione operativa della compagnia di Casarano, che dopo aver ricevuto la denuncia di una delle malcapitate, piazzarono microspie nello studio del professionista. Questi in un caso, si sarebbe reso responsabile anche di lesioni personali aggravate, perchè proprio a causa di alcune manipolazioni spacciate per curative, avrebbe procurato a una delle pazienti una cervicalgia con prognosi di sette giorni.

Ospedale di Casarano

Nell’ inchiesta, coordinata dalla sostituta procuratrice Erika Masetti, c’è il racconto di una 50enne di Casarano: riferì che il 66enne durante una visita di controllo per problemi alla schiena, l’avrebbe fatta adagiare sul lettino e, dopo averle praticato alcuni massaggi sulla zona dolorante, le avrebbe fatto respirare una sostanza nebulizzante, in seguito alla quale avrebbe subito atti sessuali, senza riuscire a reagire

Alla fine, avrebbe trovato la forza di opporsi e, trovando come scusa il fatto che il marito la stesse aspettando fuori da troppo tempo, sarebbe andata via di corsa, senza neppure ritirare la ricevuta di pagamento.
Stando sempre alle dichiarazioni della donna, questa non avrebbe riferito nulla al coniuge, ma sconvolta si sarebbe confidata con una vicina di casa che l’avrebbe convinta a rivolgersi alle forze dell’ ordine, attraverso l’avvocato De Marco.

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