Influencer sotto accusa: Codacons rivela il lato oscuro delle star del web

Lacrime di coccodrillo: nessuna donazione da chi ha truffato i consumatori! Il caso Ferragni scuote il mondo degli influencer, il Codacons chiede giustizia e trasparenza.

Rocco Michele Renna

Il mondo degli influencer, spesso osannato come luogo di ispirazione e glamour, si trova ora al centro di una tempesta di polemiche e scandali. Il Presidente nazionale di Codacons, l’associazione italiana per la tutela dei diritti dei consumatori, ha dichiarato guerra al fenomeno degli influencer, puntando il dito contro la mancanza di trasparenza e le pratiche ingannevoli che sembrano caratterizzare questo universo digitale.

Il caso più clamoroso è quello dei Ferragnez, la coppia composta da Chiara Ferragni e Fedez, celebrità dell’universo influencer e del panorama italiano. Il Codacons ha presentato un’istanza al Comune di Milano affinché ritiri l’Ambrogino d’oro, il prestigioso premio conferito ai Ferragnez nel 2020. La richiesta si basa su una serie di fatti emersi recentemente.

Al centro dello scandalo c’è lo “schema Ferragni” in tema di beneficenza, un intricato labirinto di iniziative opache e ingannevoli a danno dei consumatori. L’Antitrust ha inflitto una sanzione da 1 milione di euro per il caso del pandoro Balocco, e le accuse di truffa aggravata sono ora sotto l’occhio attento della magistratura. Addirittura, l’iniziativa di beneficenza promossa nel 2020 dai Ferragnez per l’ospedale San Raffaele è stata coinvolta in un provvedimento dell’Antitrust che ha portato a una sanzione di 1,5 milioni di euro verso Gofundme, la piattaforma scelta dalla coppia per la raccolta fondi.

Il Codacons non si ferma qui e allarga la sua attenzione all’intero settore degli influencer. Con un giro d’affari da 348 milioni di euro solo in Italia nel 2023, il mondo degli influencer è diventato un terreno fertile per pratiche poco chiare e poco trasparenti. L’associazione chiede indagini a tappeto da parte di Antitrust e Guardia di Finanza per capire se i proventi di queste attività siano registrati e regolarmente sottoposti a tassazione.

In una dichiarazione forte, il Codacons ha criticato sia i mass media che il mondo della politica. Per anni, senza svolgere le opportune verifiche, hanno sostenuto iniziative di questo tipo, santificando figure come i Ferragnez senza indagare a fondo sulla veridicità delle loro azioni benefiche. La coppia è stata dipinta come “angeli della beneficenza”, ma il Codacons sostiene che la vera beneficenza fosse rivolta principalmente a se stessi.

Il caso Ferragni potrebbe segnare un punto di svolta nel modo in cui la società guarda agli influencer. Il richiamo del Codacons a una maggiore trasparenza e l’appello al ritiro di onorificenze conferite in buona fede sono un segnale chiaro: il mondo degli influencer deve essere sottoposto a un’indagine accurata, affinché le lacrime di coccodrillo non possano più scorrere indisturbate.

Tuttavia, le recenti azioni del Codacons sollevano domande legittime sulla sua imparzialità e sulla sua prontezza nell’affrontare questioni rilevanti per i consumatori. Ci chiediamo se l’associazione abbia agito sulla scia delle dichiarazioni della leader politica Giorgia Meloni, che ha sollevato il caso dello scandalo Ferragnez/Balocco per ottenere visibilità e attaccare una figura influente?

La questione della trasparenza coinvolge anche direttamente il Codacons, poiché ci siamo chiesti perché l’associazione non permetta la visibilità sul proprio reddito? Una trasparenza richiesta anche ai partiti politici e ai sindacati. Questa mancanza di trasparenza solleva interrogativi sulla coerenza delle posizioni dell’associazione stessa quando si tratta di esigere trasparenza da parte degli altri.

La risposta del Codacons a queste critiche sarà cruciale per la sua credibilità futura e per dimostrare che la sua azione è guidata da un interesse genuino nel tutelare i consumatori e non da motivazioni politiche o interessi nascosti. La trasparenza, sia per gli influencer che per le associazioni che li controllano, è diventata una richiesta sempre più pressante, e il Codacons è chiamato ora a dimostrare di essere all’altezza delle stesse norme che esige per gli altri.

Per seguirci su Facebook mettete il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivetevi al gruppo lavocenews.it. Le email del quotidiano: direttore@lavocenews.it o info@lavocenews.it.