Kazakistan: diario della repressione russa della rivolta di un popolo
Scontato che il Cremlino avrebbe tentato di giustificare il tutto con l’accusa di fantomatiche “forze esterne”
Gianvito Pugliese
Finanche il Cremlino si rende conto che quello che sta commettendo in Kazakistan, dove forze armate russe sono entrate e stanno cercando di reprimere con la forza delle armi la protesta di un popolo alla fame, è un delitto che urla giustizia agli occhi del mondo.
Certo Putin potrà continuare a brindare a base di vodka e champagne, circondato dalla schiera di servi sciocchi, che sono i suoi ministri e principali collaboratori, o con l‘amico Lukashenko e con tutti gli amichetti, dittatori da repubblica delle banane, uno per tutti i militari che hanno compiuto il colpo di stato in Myanmar (l’ex Birmania) deponendo, arrestando ed inscenando una farsa di processo alla leader birmana, Aung San Suu Kyi premio Nobel per la Pace, ma il mondo giudica e condanna Vladimir Putin, e prima o poi i russi, che si sono liberati degli zar, ma non dalla mentalità da sudditi, sistematicamente inneggianti ai massacratori della libertà loro e del Paese. prenderanno coscienza e sarà la fine di un regime che ha poco da invidiare a quello della Germania nazista.
Ripensandoci, Putin ordina l’assassinio di Alexei Navalny, facendolo avvelenare. Navalny va in coma e la Russia, datolo per irreversibile, lo molla alla Germania. I medici tedeschi, avanti anni luce nelle terapie, non solo lo fanno uscire dal coma e ristabilire, ma accertano che il coma era dovuto ad un veleno cucito nella biancheria intima, notoriamente in possesso dei servizi di sicurezza russi. Bene, si attira Navalny in Russia con una scusa, processo farsa e la galera per l’avversario politico, reo solo di opporsi. Il mandante del tentato assassinio al Cremlino, la vittima in galera.
L’ex premier birmana viene deposta da un golpe militare che suscita mesi di proteste della maggior parte dei cittadini birmani, nonostante la violenta repressione della polizia, che spara ad altezza d’uomo ed in poco tempo miete oltre 800 morti. Mandanti di queste stragi la giunta militare ed il suo capo, generale Min Aung Hlaing, I golpisti stragisti a palazzo di governo la premier deposta, condannata in un processo farsa. Modi di agire col copia incolla. Sono i metodi dei dittatori. Stop.
Torniamo alla rivolta in Kazakistan; bilancio provvisorio oltre mille feriti nei disordini all’inizio del terzo giorno di proteste. Secondo il Ministero della Salute, 400 feriti ricoverati in ospedale, 62 dei quali in terapia intensiva. Sono i manifestanti ma i numeri sono farlocchi. La televisione statale da invece notizia solo dell’uccisione di 13 membri delle forze dell’ordine, due dei quali decapitati, e del ferimento di altri 353. Per la tv di stato i cittadini morti e feriti sono “invisibili”.
Ora un succinto diario degli eventi a ritroso, dall’ultimo al primo:
Ore 17:04 -Sono 2.298 le persone arrestate durante i disordini in Kazakistan.
Ore 16:14 – Sale a 18 il numero dei poliziotti uccisi.
Ore 16:06 – Feriti nella sparatoria avvenuta a Piazza della Repubblica ad Almaty. Testimoni riferiscono di aver visto la polizia sparare sugli “istigatori” e feriti lasciati a terra.
Ore 14:06 – l ministero degli Esteri del Kazakistan smentisce di aver vietato l’ingresso nel Paese ai cittadini stranieri. Ma la notizia opposta proviene dall’ambasciata kazaka in Uzbekistan. Non si sono messi d’accordo sulla versione da dare.
Ore 12:28 – Aperta un’inchiesta su sei aziende fornitrici di Gpl sospettate di “aver alzato i prezzi in modo infondato”. Fonte tv di stato kazaka.
Ore 12:07 – La Russia “ritiene gli ultimi sviluppi in Kazakistan un tentativo, ispirato dall’esterno, di minare con la violenza la sicurezza e l’integrità del Paese“. Lo afferma il ministero degli Esteri di Mosca, che prosegue: “la Russia continuerà le consultazioni con il Kazakistan e con gli altri Paesi dell’Organizzazione del trattato per la sicurezza collettiva (Bielorussia, Armenia, Kirghizistan e Tagikistan, nda) per ulteriori iniziative da elaborare, se necessario, per facilitare le operazioni antiterrorismo in Kazakistan“.
Ore 11:40 – Il presidente del Kazakistan Kassym-Jomart Tokayev chiede a Mosca di reprimere le proteste, organizzate -secondo lui- da “gruppi terroristi”. “Ho fatto appello ai capi degli stati del CSTO (l’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva) per aiutare il Kazakistan a sconfiggere questa minaccia terroristica”, per mano di gruppi “ampiamente addestrati all’estero“.
Ore 11:38 – Il portavoce della White house. Jen Psaki: “Ci sono folli affermazioni russe secondo cui siamo dietro a tutto questo. Vorrei cogliere l’occasione per dire che non è vero. Questa è chiaramente una delle tecniche di disinformazione utilizzate dalla Russia”.
Ore 11:35 – Tre stazioni di polizia e 50 automobili delle forze dell’ordine sono state date alla fiamme a Taraz, sesta città del Kazakistan.
Ore -11:21 – Konstantin Kosachev, presidente della Commissione Esteri del Consiglio Federale, la Camera Alta russa: “Secondo le ultime informazioni, i dimostranti in Kazakistan includono miliziani di gruppi armati che operano nel vicino e Medio Oriente, principalmente in Afghanistan”.
Ore 11:16 – Attaccate le sedi di 5 televisioni ad Almaty. Un dipendente di una delle emittenti è rimasto ferito.
Ore 10:54 – Secondo la polizia i manifestanti hanno decapitato due agenti . Dal comando: “Questo prova la natura terrorista ed estremista delle organizzazioni criminali”,
Ore 10:37 – Il presidente kazako, Kassym-Jomart Tokayev, ha ordinato misure a protezione delle missioni diplomatiche e delle aziende straniere.
Ore 10:36 – Gli aeroporti delle città kazake di Almaty, Aktay e Aktobe sono chiusi. L’aeroporto di Almaty, fa sapere un funzionario, è stato devastato dai dimostranti che lo avevano occupato Le autorità aeroportuali hanno comunicato la sospensione di tutti i voli da Mosca verso Almaty e Nur-Sultan.
Ore 09:19 – La Cina auspica una “rapida stabilizzazione”. “Speriamo che la situazione si stabilizzi e l’ordine sociale venga ripristinato”, avrebbe detto il portavoce del ministero, Wang Wenbin. Lo riferisce la Tass.
Ore 08:37 – Giunte in Kazakistan le prime truppe russe inviate per “stabilizzare” il Paese. I militari russi vengono trasportati in Kazakistan per via aerea ed il contingente atterrato ha avviato le operazioni. La Csto riferisce che stanno partecipando effettivi di tutti i Paesi appartenenti all’alleanza che – oltre a Russia e Kazakistan – include Armenia, Bielorussia, Kirghizistan e Tagikistan.
Ore 07:50 – “Danni enormi” ad Almaty, la maggiore città kazaka durante i disordini. Le autorità del Paese hanno annunciato l’avvio di una “operazione antiterrorismo contro i saccheggiatori e i rivoltosi condotta in modo congiunto da forze di sicurezza ed esercito”.
Superflui i commenti, se non sottolineare la totale sfacciataggine, oltre che pochezza dei protagonisti. Le truppe russe con qualche aggiunto dei Paesi satelliti di Putin, alle 8,37 atterrano e cominciano la repressione. Operazione partita ore prima, non si caricano aerei di truppe ed armamento e si vola dalla Russia al Kazakistan in frazioni di secondi. Ma il Presidente kazako solo alle 11,40 chiede a Mosca di reprimere le proteste. Inutile dirlo: “Russi!!! Putin non è solo un grande leader è anche un mix tra un oracolo, un auspice ed uno sciamano. Sapendo, infatti, che alle 11,40 il Presidente kazako gli avrebbe chiesto aiuto, all’alba ha dato l’ordine ai militari russi di decollare prima possibile alla volta del Kazakistan. E la sera prima li aveva fatti preparare alla partenza. Me lo potreste prestare, giusto in tempo di darmi i numeri per tre terni secchi, due quaterne ed una quintina. Così mi compro i due maggiori quotidiani, Rai 1, tanto allo Stato servono soldi, e mi avanza pure di che far vivere da nababbi le mie prossime otto generazioni.
Continueremo a seguire e informarvi.
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