Kazakistan in rivolta, proclamato stato di emergenza

La rivolta popolare per i rincari delle bollette. Governo licenziato dal Presidente

La redazione

Il presidente del Kazakistan ha accolto le dimissioni del governo. formula che ingentilisce il “licenziamento” del primo ministro. L’obiettivo è di spegnere i violenti disordini, che non hanno precedenti, causati ed alimentati dalla rivolta per l’aumento dei prezzi dell’energia. In un comunicato apparso sul sito web presidenziale, Kassym-Jomart Tokayev, presidente del Paese ha accolto le dimissioni del primo ministro Askar Mamin.

Il vice primo ministro Alikhan Smailov è stato chiamato a ricoprire pro tempore il ruolo di premier ad interim, in attesa del prossimo inquilino.

Il licenziamento del governo è stato disposto per fermare i disordini in tutta la nazione provocati dai nuovi prezzi dell’energia. Il Presidente kazako ha decretato lo stato di emergenza nella città di Almaty, capitale finanziaria, e nella provincia occidentale di Mangystau. Da mercoledì è in vigore.

Ad Almaty, infatti regnava il caos dalla sera di martedì. La polizia aveva sparato gas lacrimogeni e granate stordenti contro la folla inviperita dal prezzo locali del gas di petrolio liquefatto (GPL).

Il Presidente Tokayev :”Il governo non sarà abbattuto, ma non abbiamo bisogno di conflitti“, ma riferisce un collega giornalista. che ha assistito alla rivolta, che la folla di manifestanti, almeno cinquemila, ma in crescita, ha urlato “fuori il vecchio”. Il vecchio sarebbe il predecessore e mentore, tuttora potente di Tokayev. Poi “il governo si dimetta”. Tokayev ha destituito il vice capo del comitato di sicurezza nazionale Samat Abish, suo nipote.

Il Presidente tenta di mettere a tacere tutto. Infatti le app di messaggistica Telegram, Signal e WhatsApp erano tutte non disponibili. e due siti web di media indipendenti, rei si aver riferito delle proteste, sarebbero stati bloccati. Ma le proteste non si arrestano e dilagano anche nei centri minori.

Inutile il tentativo di Tokayev di fermare la rivolta annunciando una sensibile riduzione dei prezzi.

Tokayev è entrato in carica nel 2019, designato per la successione da Nazarbayev, alleato di ferro di Vladimir Putin. Nazarbayev (“il vecchio”), che ha 81 anni e ha governato il Kazakistan dal 1989 per trent’anni, è attualmente presidente del consiglio di sicurezza e “Leader della nazione”, un ruolo costituzionale che gli consente di comandare nel Paese, godendo di privilegi unici in ordine alle scelte politiche e di immunità dalla persecuzione. Le proteste spontanee sono illegali. Il Kazakistan, nonostante una legge approvata nel 2020 che ha allentato le restrizioni della libertà di riunione, resta fondamentalmente uno stato autoritario e dittatoriale. 

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