La Cassazione riconosce reato lo “Stalking Condominiale”

Definito lo “stalking condominiale” come reato, configurandolo anche con solo due atti vessatori nei confronti della vittima, reiterati in un breve arco di tempo.

Rocco Michele Renna

La Cassazione ha recentemente emesso una sentenza che ha un impatto significativo sui litigi fra condòmini che sfociano nell’estremismo: lo “stalking condominiale” è stato ufficialmente riconosciuto come reato. La sentenza 38766/23, pubblicata il 26 settembre 2023 dalla quinta sezione penale, stabilisce che anche solo due atti vessatori nei confronti di una vittima, ripetuti in breve tempo, costituiscono uno stalking che può portare a una condanna penale e civile per l’aggressore.

Questo giudizio prende in considerazione l’impatto psicologico sugli individui coinvolti, in particolare il timore per la propria incolumità o quella dei loro congiunti. In altre parole, la condotta è considerata persecutoria quando provoca nella vittima uno stato d’ansia e paura che si accumula nel tempo, causando disagio e prostrazione psicologica.

La sentenza respinge le argomentazioni della difesa secondo cui la grafia dei messaggi minatori potrebbe appartenere a una donna. Entrambi i campioni di scrittura confrontati sono stati ricondotti all’imputato, il quale ha cercato di nascondere la sua grafia nel primo esempio.

Questo tipo di stalking condominiale può avere conseguenze devastanti per le vittime e le loro vite quotidiane. In un caso citato, il marito, un carabiniere, ha dovuto rinunciare a incarichi meglio retribuiti per stare a casa a proteggere sua moglie, la quale ha subito cambiamenti nei suoi turni di lavoro che hanno portato al licenziamento.

In caso di stalking condominiale, sono disponibili diverse opzioni per far cessare le molestie. Questi includono tentare una mediazione, rivolgersi alla questura per presentare un ammonimento, e, in ultima istanza, presentare una querela. Quest’ultima richiede prove come testimoni, registrazioni o altre evidenze che dimostrino la continuità degli episodi. Sarà poi il giudice a stabilire le misure da adottare, che possono includere il divieto di avvicinamento alla vittima o, addirittura, la richiesta di cambiare casa.

La sentenza della Cassazione segna un importante passo avanti nella lotta contro il fenomeno dello stalking condominiale, evidenziando l’importanza di prendere sul serio tali comportamenti molesti e di proteggere le vittime.

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