La Russia avrebbe preso Mariupol
E Putin ferma l’assalto all’acciaieria
La redazione
Sergei Shoigu, ministro della Difesa russo. è stato ricevuto al Cremlino da Vladimir Putin e gli ha comunicato che “Mariupol è stata liberata”. Così ricostruisce gli eventi al dal Cremlino l’agenzia russa Ria Novosti.
Vladimir Putin, parlando con Sergei Shoigu di Mariupol, l’ha definita “un successo” militare russo. Quindi, Putin ha ordinato a Shoigu di conferire ai soldati che hanno partecipato alla “liberazione” onorificenze.
Putin ha ordinato a Sergei Shoigu di fermare l’assalto all’impianto metallurgico Azovstal e di bloccare la zona in modo che “non voli una mosca”. “Considero inopportuno il proposto assalto alla zona industriale. Ordino che venga annullato”.
Shoigu aveva definito Mariupol la capitale del reggimento neonazista Azov, i cui militanti sono asserragliati nell’impianto metallurgico Azovstal: “Mariupol è stata liberata dalle forze armate della Federazione Russa e dalla Milizia popolare della Repubblica popolare di Donetsk. I resti delle formazioni nazionaliste si sono rifugiati nella zona industriale dello stabilimento Azovstal”.
Per Shoigu i nazionalisti dell’Azov hanno creato una “potente area fortificata” a Mariupol, “la capitale del battaglione nazionalista Azov”. Disorrebbero di sistemi di artiglieria pesante e sistemi missilistici Tochka-U, la cui portata arriva sino al territorio russo, a Taganrog e Rostov-on-Don.
“Offrite ancora una volta di consegnare le armi, a chi ancora non lo ha fatto. La parte russa gli garantisce salva la vita e un trattamento adeguato alle leggi internazionali”, ha aggiunto Putin.
Putin sembra escludere un assalto: “Non c’è bisogno di arrampicarsi in queste catacombe, strisciare sottoterra lungo queste strutture industriali. Bloccate questa zona industriale in modo che non voli una mosca attraverso”.
Per Shoigu “durante l’operazione di liberazione” della città di Mariupol “sono stati eliminati più di 4.000” soldati ucraini, “1.478 si sono arresi.
Un gruppo composto da più di 2.000 è barricato nello stabilimento di Azovstal”, ha riferito il ministro a Putin.
Sarà vero, di solito quando Putin fa sapere che non vuole un attacco succede esattamente l’opposto. Magari ci sbagliamo, ma ormai alle parole di Putin non crede più nessuno. O magari non lo dicono ma ragazzini con tre giorni di addestramento, dove carri armati e bombardamenti arerei e terrestri sono inutili, non hanno la minima chance di riuscire a snidare gli uomini del battaglione Azov ed i russi otterrebbero solo un mare di perdite, senza trarne profitto.
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