La Russia più malleabile sull’Ucraina
Ieri Usa e Nato hanno rimandato al mittente le richieste russe. Il Cremlino incassa e non chiude il dialogo.
Gianvito Pugliese
Gli Stati Uniti e la NATO hanno consegnato ieri una risposta scritta in merito alle richiesta avanzate dalla Russia, proponendo di ridisegnare gli accordi di sicurezza del dopo Guerra Fredda in Europa. Lo ritengono indispensabile in ragione di quanto recentemente avvenuto e cioè l’aver i russi ammassato truppe ai confini con l’Ucraina, suscitando i timori di un’invasione.
La Russia ha dichiarato oggi che le appare chiaro che Stati Uniti e Nato non sono disponibili ad affrontare i principali problemi di sicurezza della Russia relativamente all’Ucraina, ma ciononostante non intende chiudere la porta al dialogo in corso.
Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha precisato che Mosca ha bisogno di tempo per esaminare dettagliatamente la risposta americana e che non vuole trarre conclusioni affrettate. Comunque, ha aggiunto, le affermazioni sia degli Stati Uniti che della NATO, che bollano, come inaccettabili, le principali richieste della Russia, non lasciano spazio all’ottimismo sui negoziati. Testualmente si è espresso così: “In base a quanto affermato ieri dai nostri colleghi (Stati Uniti e Nato), è assolutamente chiaro che sulle principali categorie delineate in quelle bozze di documenti … non possiamo dire che i nostri pensieri siano stati presi in considerazione o che sia stata dimostrata la volontà di tenere conto delle nostre preoccupazioni, Ma non avremo fretta con le nostre valutazioni“.
La reazione diplomatica del Cremlino ha fatto capire che la Russia non è orientata a respingere le risposte degli Stati Uniti e della NATO chiudendo le porte alla diplomazia ed alla trattativa.
Alexei Zaitsev, portavoce del ministero degli esteri russo ha affermato che per ridurre le tensioni sarebbe opportuno che la NATO provvedesse a ritirare le forze dall’Europa orientale, ma nello stesso tempo ha cercato di spegnere i timori di un’invasione: “Abbiamo già affermato più volte che il nostro Paese non intende attaccare nessuno. Consideriamo inaccettabile anche il pensiero di una guerra tra il nostro popolo“.
La distensione, che Mosca sembra cercare ora, ha migliorato tanto le obbligazioni russe, che quelle ucraine in dollari, L’indice azionario russo RTS è salito e il rublo si è ripreso dopo quasi 15 mesi. Segnali forti che la Borsa tende ad escludere conflitti.
Al contrario, però la persistente preoccupazione internazionale, ha fatto lievitare il prezzo del petrolio, che ha raggiunto i massimi da sette anni, cioè sopra i 90 dollari al barile. La Russia è notoriamente il secondo produttore di petrolio del mondo e la crisi ucrainica ha fatto temere per le forniture di energia all’Europa.
Volodymyr Zelenskiy, presidente ucraino, ha un appuntamento telefonico in serata con Joe Biden. All’o.d.g questioni di sicurezza, energia e sostegno macrofinanziario (Kiev cerca un prestito da 5 miliardi di dollari) .
Per Turchia, membro della NATO in buoni rapporti sia con Kiev che con Mosca, ha parlato Mevlut Cavusoglu, ministro degli Esteri: “Non tutti i problemi possono essere risolti con un documento, uno o due incontri“.
Le sanzioni economiche minacciate alla Russia e personalmente a Putin si allontanano.
Si attivano trattative collaterali: diplomatici ucraini, russi, tedeschi e francesi a Parigi mercoledì hanno discusso del conflitto nell’Ucraina orientale e hanno concordato ulteriori colloqui da tenersi a Berlino tra due settimane.
Dmytro Kuleba, ministro degli Esteri ucraino, ha interpretato i colloqui su vari tavoli come un segnale che la Russia persegua la pista diplomatica per almeno due settimane.
Ma, se la diplomazia russa butta acqua sul fuoco, Putin, che da settimane non parlava pubblicamente della crisi, ha minacciato una vaga “risposta tecnico-militare”. Secondo gli analisti potrebbe far riferimento al dispiegamento di missili.
La TASS riferisce di Vladimir Ermakov, alto funzionario del ministero degli Esteri russo, secondo cui una crisi missilistica nucleare tra Mosca e Washington sarà inevitabile senza misure per garantire moderazione e prevedibilità. Ed ha aggiunto che Mosca ritiene che Washington stia per schierare missili a corto e medio raggio in Europa e nella regione Asia-Pacifico.
Biden ha affermato che non invierà truppe statunitensi o alleate a combattere la Russia in Ucraina, ma la NATO ha confermato di aver messo le forze armate tn stato d’allerta ed inviato in l’Europa orientale più navi e caccia.
Oggì quattro caccia F-16 sono atterrati in Lituania dalla Danimarca e sei aerei F-15 statunitensi sono dislocati nella vicina Estonia, mentre ieri la NATO ha rafforzato il suo fianco orientale.
In conclusione la diplomazia è l’opzione primaria, ma il ricorso alle armi non è del tutto escluso ed entrambe le parti si attrezzano di conseguenza. Resta, comunque, una grande vittoria diplomatica dell’Occidente. La fermezza e la minaccia di sanzioni sembrano aver sortito effetti positivi. Putin, che parla al Paese, minacciando l’Occidente di non si sa cosa, sa tanto di un velo pietoso steso davanti al popolo russo sul fatto che delle sue richieste non ne è stata accolta neanche mezza. Ammettere la sconfitta per il nuovo zar non è concepibile. Né può confessare ai russi che il sogno condiviso di ricostruire l’Urss va messo nel cassetto dei sogni impossibili. Il gatto si è svegliato ed il topo deve rientrare nella tana.
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