La World Athletics e la Wada contestano la sentenza pro Alex Schwazer.
Incredibile e scomposta reazione dei due enti alla decisione del Tribunale di Bolzano.
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Da non credere: la Word Athletics, ex Iaaf, federazione mondiale dell’atletica, conferma il divieto di ammettere a gareggiare Alex Schwazer, confermando la sua squalifica fino al 2024, come se la sentenza penale emessa dal Tribunale di Bolzano sia acqua fresca.
Ovviamente si tratta della linea difensiva che i due complici, almeno secondo la magistratura penale italiana, Word Atletic e Wada, l’agenzia mondiale antidoping, hanno assunto minacciando tutto e tutti, compreso il magistrato che ha emesso una sentenza riconoscendo che l’atreta fu vittima di un complotto a suo danno, messo in atto proprio dai due enti che oggi danno in escandescenze. Al Pm, a cui il Tribunale ha trasmesso gli atti per le opportune indagini ed attività investigative, resta da accertare chi furono i mandanti che ordirono il complotto che, ripeto, per la giustizia italiana fu messo in atto da Word Athletics e Wada.
La Word Athletics riesce ad essere patetica: “Rifiutiamo in modo risoluto qualsiasi intento da parte dell’atleta o qualsiasi altra persona di minare o annullare la decisione finale e vincolante del Tribunale Arbitrale dello Sport (Tas), sulla base di quelle che possono essere descritte solo come teorie di manipolazione inverosimili”. Decisione vincolante di un Tribunale arbitrale sportivo a confronto di una sentenza penale di un Tribunale. Da far ridere i polli se non rivelasse il dramma sempre più comune allo sport. Sono morti e sepolti i tempi ed i prindipi di Pierre de Coubertin,”L’importante non è vincere, ma partecipare”, troppi soldi hanno inquinato lo sport e comportamenti come quelli appena messi in atto da chi governa l’atletica nel mondo, quelli sì che fanno inorridire.
Per le due istituzioni, o meglio per i dirigenti di quelle istituzioni che complottarono contro Alex Schwazer finirà male e la loro reazione scomposta e tracotante aggrava le posizioni, ma intanto sappiamo in quali mani è l’atletica, regina delle Olimpiadi, è non è un bel vedere.
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