L’appello da Kiev

“Servono altre armi per rompere l’assedio a Mariupol”

La redazione

Dmytro Kuleba ministro degli Esteri ucraino: “Il Paese ha bisogno di più armi. E subito, per rompere l’assedio di Mariupol”

Lo afferma alla Bbc che gli ha chiesto se condivide che ci sono segnali crescenti che la Russia potrebbe essere sul punto di catturare completamente Mariupol. La città portuale meridionale, infatti, ha subito attacchi devastanti fin dall’inizio della guerra. Kuleba: “Mariupol è in una situazione disperata. Stiamo facendo tutto il possibile per sostenere i civili e i difensori. Ma per rompere l’assedio di Mariupol e salvarli abbiamo bisogno di più armi e stiamo lavorando con i nostri partner per ottenerle”.

Joe Biden dagli Stati Uniti ieri ha promesso 800 milioni di dollari in più in assistenza militare all’Ucraina. Sempre Kuleba: “Se l’Ucraina non ottiene le armi necessarie entro pochi giorni, anziché poche settimane, significherà che più civili saranno uccisi, più atrocità commesse e più villaggi e città ucraine rovinati a causa dell’offensiva russa”.

Ragionamento il suo, espresso in maniera meno enfatica rispetto al leader ucraini Zelenskiy, ma che non fa una grinza. La questione dei tempi è avvertita e sentita da chi sta sotto bombardamenti dal cielo e da terra ed attacchi continui in maniera diversa dai Paesi alleati che, pur disponibili ad aiutare, non hanno però la percezione della necessità di far avere nell’immediatezza gli aiuti a disposizione. Quanto non sei tu a bruciarti, il fuoco non appare così tremendo, com’è in effetti.

Resta il problema dei caccia, ma sembra che insieme a veicoli motorizzati pesanti potrebbero arrivare dai Paesi baltici che sentono il fiato di Putin sul collo ed è un alito maleodorante, per nulla gradevole. E l’Ucraina ne sa qualcosa.

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