Le sanzioni temute da Putin arrivano

Trovato l’accordo politico dei ministri degli esteri. Affidato l’incarico di prepararle.

GP

In arrivo le sanzioni dell’Unione europea alla Russia per il caso Navalny e per la repressione delle manifestazioni dei seguaci dell’oppositore a Putin.

Josep Borrel è stato recentemente a Mosca per tre giorni ed ha insistito per la liberazione di Alexey Navalny e perchè cessassero le repressioni violente della polizia contro i manifestanti. Nulla da fare, l’Alto rappresentante ha sbattuto contro un muro di gomma, che non solo ha invitato-minacciato l’Europa a non occuparsi di “affari interni” alla Russia, ma proprio in quei giorni ha espulso tre diplomatici rei di aver partecipato alle manifestazioni.

In sovrappeso il Ministro degli esteri ha usato toni minacciosi, evocando la guerra e dichiarando che la Russia avrebbe desiderato un confronto sereno con l’Europa ma in caso di sanzioni era pronta a rompere le relazioni diplomatiche e difendere con ogni mezzo i suoi interessi economici minacciati.

E’ il caso di dire che le sanzioni se le sono cercate col lanternino. Respinta ogni richiesta da tutto il mondo ha assunto arrogantemente un intollerabile atteggiamento aggressivo, tanto che si è trovato un accordo tra tutti i ministri degli esteri per le sanzioni alla Russia, le cui minacce lasciano il tempo che trovano.

L’incarico di prepararle materialmente è stato affidato ai competenti uffici di Bruxelles. La Russia è sempre più isolata, Ioe Biden parla di clima da guerra fredda nei rapporti tra Usa e Russia, l’Europa è alle sanzioni e forse nell’anticamera della rottura delle relazioni diplomatiche, se la russa mantenesse le sue minacce, la Cina sta a guardare e tifa per il totale isolamento della Russia, da sempre considerata un pericoloso concorrente del quale diffidare.

Vladimir Putin si ritrova nella non facile posizione di spiegare ad una popolazione russa, che ultimamente non naviga certo nell’oro, il perché l’economia russa debba subire ulteriori colpi da sanzioni direttamente connesse al suo desiderio di perseguitare il suo principale oppositore.

Putin dovrebbe mettere anche in conto che la Corte di giustizia internazionale ha annullato la condanna di Navalny,, quella che ha originato la violazione degli obblighi della relativa condizionale. Tutta un’illegalità che potrebbe generare una sua condanna da parte della Corte internazionale.

Il caso Navalny continua ad essere trattato dal regime russo con la delicatezza di un elefante in un negozio di porcellane. Ed i danni che si stanno autoinfliggendo i russi sono notevoli. Tutta acqua al mulino dell’oppositore. Tutto si può dire fuorché che sia stato un modo intelligente di gestire questa brutta storia sul cui sfondo aleggia la denunzia di Angela Merkel che afferma di avere le prove che Putin ha cercato di avvelenare Navalny.

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