Lidel? I servizi igienici: questi sconosciuti!
Può l’uso dei servizi igienici di un supermercato gremito di clienti essere negato a costoro. E’ accaduto a Bari
Gianvito Pugliese
Poteva ieri, in tarda mattinata il supermercato Lidl, adiacente la rotonda che separa via Tararella dal Ponte Adriatico, a Bari, rifiutare ai clienti l’uso dei bagni. In quel momento: mezzogiorno di domenica 11 dicembre dell’anno del Signore 2022, il parcheggio clienti era pressoché esaurito ed all’interno c’era una numerosissima clientela, da classico assembramento.
Alla domanda rivolta ad un cortese dipendente sulle ragioni della chiusura ci è stato risposto (non ero da solo, ma con una Collega) che il “bagno non era agibile”, all’insistenza nostra sul perché, risposta: “Non avete idea di come l’hanno combinato!”, cioè sporcato. Assente evidentemente personale di pulizia, è bastato poco o nulla per privare la clientela di un diritto previsto dalla legislazione, violando così le norme del Testo Unico di P.S.
La materia è regolata, infatti, dal Tulps, Testo Unico delle Leggi sulla Pubblica Sicurezza, che nell’art. 137 indica che “il gestore di un pubblico esercizio non può rifiutarsi di mettere la sua toilette a disposizione di un cliente pagante senza giustificato motivo”. Tra gli esercizi obbligati, oltre i bar e ristoranti, super ed ipermercati.
Se permettete, osservo che, prima ancora che aver violato le norme di pubblica sicurezza, sono state violate le norme più elementari di igiene pubblica. Che fa un anziano, o anche uno più giovane, costretto all’uso di diuretici, comunissimi nelle terapie dei cardiopatici, e non solo? La fa nell’angolo del locale, o decide di farsela addosso, come il più repellente dei barboni, che purtroppo anche ai turisti nell’Urbe capita di incontrare, anzitutto alla stazione Termini? I Nas e le Asl non hanno nulla da eccepire e da dirci? Gradiremmo, sia io che la Collega, un loro intervento chiarificatore.
E prima ancora di tutte le norme, scusate, ma c’è l’assenza di un minimo di civiltà nel comportamento tenuto.
Ci siamo allontanati, rinunciando a fare gli acquisti indispensabili, e devo dare atto al commesso, o cos’altro fosse nel supermercato (è uscito dalla zona “riservata al personale” accanto al cesso precluso (italiano perfetto recita il Palazzi),, di averci tenuto aperto gentilmente un cancelletto d’uscita.
Mi chiedo perché poi questi signori (quelli delle stanze dei bottoni) spendano cifre spaventose in pubblicità mediatiche, cominciando da spot televisivi, spesso noiosi e banali, se poi distruggono tutto con comportamenti inurbani di questo genere?
In chiusura vorremmo chiedere ai responsabili di quel supermercato: di chi è stata la “gloriosa” decisione da Oscar della … decidete Voi cosa. C’è qualcuno che almeno ci mette la faccia?
Aspetto risposte, dunque, da più d’uno? Arriveranno? Lo spero, ma non è che ci conti troppo. Sono tutti molto, troppo spesso “in tutt’altre faccende affaccendati, a questa roba, morti e sotterrati …”.
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