L’inferno di Aron e la deriva umana
Lo stato italiano sordo di fronte alla brutalità, dietro il ponte dell’arcobaleno, la tragica fine di Aron svela un lato oscuro che lo stato ignora o preferisce non vedere
Rocco Michele Renna
Nelle ultime ore, il cuore di tutti coloro che amano gli animali è stato straziato dalla tragica storia di Aron, il pitbull di Palermo brutalmente bruciato vivo in piazza delle Croci oggetto dell’argomento di #dai social di ieri. Un’atrocità commessa da un individuo disturbato, Carmelo Russo, che sembra rappresentare la punta di un iceberg di disumanità che affonda le radici nella nostra società.
L’Associazione italiana difesa animali ed ambiente (Aidaa), dopo aver denunciato Russo, aveva sollevato il grido di allarme, chiedendo il sequestro del povero Aron e promettendo di garantirgli una nuova vita in una famiglia amorevole. Ma Aron, nonostante gli sforzi, non ce l’ha fatta a sopravvivere alle ferite causate da questo atto insensato, quanto crudele.
Carmelo Russo, conosciuto come “spadaccinu” su Facebook, giustificava il suo gesto aberrante definendo il cane come posseduto e meritevole di essere dato alle fiamme. Questo non è solo un caso isolato; è la punta di un iceberg complesso e oscuro. Individui come Russo rappresentano una minaccia non solo per gli animali, ma anche per la società nel suo complesso.
Non possiamo dimenticare le atrocità precedenti, come la tragica fine del gatto Leone o il crudele atto di incendiare cuccioli di cane durante una festa tradizionale a Gravina in Puglia più di quattro anni fa, dove l’omertà ha permesso ai colpevoli di sfuggire alla giustizia. La misura è colma, e la rabbia palpabile sui social media e oltre indica un crescente malcontento nei confronti di individui, psicologicamente disturbati, che compiono atti di violenza insensata.
La questione va oltre la difesa degli animali. Questi individui rappresentano una minaccia per la società stessa, e lo stato italiano sembra essere sordo a questo grido di aiuto. È urgente che l’Italia intervenga per curare questi individui e creare un tessuto sociale sano.
La malattia psicologica non può essere ignorata o trascurata. La nostra comunità deve essere protetta da coloro che possono diventare un pericolo per se stessi e per gli altri. È necessario un intervento immediato per affrontare questa emergenza sociale, creare programmi di sensibilizzazione e garantire che le risorse siano messe a disposizione per trattare e prevenire la malattia mentale.
La rabbia ormai colma della società ha generato un allarme di alto grado, con il pericolo concreto che cittadini indignati possano sfociare nel linciaggio di questi individui disturbati. Questa crescente minaccia alla sicurezza pubblica deve essere affrontata con urgenza da parte dello stato italiano, che deve garantire la protezione di tutti i cittadini, compresi coloro afflitti da disturbi mentali. Il ponte dell’arcobaleno non deve diventare solo un luogo di commemorazione, ma un richiamo alla necessità di cambiamento e di una maggiore consapevolezza, affinché nessun essere vivente debba mai più soffrire in silenzio.
Il tutto è aggravato dal fatto che il Russo, fermato dai Carabinieri, veniva rilasciato meno di due ore dopo. Tornato in piazza accennando a passi di danza inveiva contro i presenti al turpe fatto, minacciandoli di fargli fare la stessa fine del povero cane. Le leggi che prevedono un aumento di pema, troppo lieve o meno, poco importa contano poco. Serve un cambiamento di cultura in materia, così come nella prevenzione del femminicidio le leggi e l’aggravamento di pena hanno dimostrato la loro assoluta inutilità.
Le Forse dell’ordine ed i Magistrati per primi devono convincersi che chi commette crudeltà sugli animali si prepara a commetterla sugli umani più deboli, vecchi, malati, bambini, donne … e comportarsi di conseguenza. Rilasciare Carmelo Russo dopo meno di due ore è un invito a tutti i bulli ad emularlo, significa farne il loro eroe. D’altro canto era malato, irresponsabile? Ed il TSO (Trattamento sanitario obbligatorio) che ci sta a fare? Dimenticavo, i tagli da ghigliottina alla sanità pubblica di fatto ne fanno un trattamento sconosciuto.
Povera Italia, poveri deboli, poveri indifesi, come siamo caduti in basso.
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