Lo sciamano alla conquista di Capitol Hill
Proviamo ad abbozzare il profilo del leader dei “meravigliosi patrioti” di Donald Trump”
GP
La foto di Jake Angeli, l’italoamericano ultras pro-Trump, vestito da sciamano, la cui immagine ha fatto il giro del mondo, immortalato tra i manifestanti che sono riusciti a fare irruzione nella sede del Congresso degli Stati Uniti è emblematica e forse aiuta a capire il personaggio e quanto è avvenuto ieri a Washington più di tutti i ragionamenti nei quali oggi ci siamo sbizzarriti.
L’analisi corretta di quanto avvenuto ieri non può prescindere da una separazione netta di due tipi di manifestanti. C’erano quelli che si sono limitati ad andare dinanzi al Campidoglio riunito a manifestare il proprio malessere sociale ed esistenziale. Gente che teme di essere abbandonata e di perdere quel rapporto empatico con l’autorità (il Presidente degli Stati Uniti), sentimento che il collega Ferderico Rampini ha descritto benissimo. Ed è un enorme problema, uno dei tanti a cui dovrà porre mano Joe Biden non appena il 20 del corrente mese diventerà l’inquilino della White House. C’è tanta gente, in tutte le società contemporanee a qualsiasi latitudine e longitudine del globo che si sente del tutto ignorata dal potere. Sono persone appartenenti al ceto medio basso, con problemi economici e di occupazione, o anziani particolarmente interessati alla sicurezza dei luoghi dove dimorano. Che c’entra mi chiederà giustamente qualcuno un magnate come Trump, con quei cittadini. Nulla in sostanza, ma Trump dava a loro l’impressione, e solo quella, di ascoltarli, di rappresentarli, di portare al vertice degli impegni del Paese i loro problemi. E’ un fatto di comunicazione non di altro. I democratici hanno vinto, ma dovranno cogliere l’occasione per ricucire il rapporto con le classi sociali più umili del paese, il loro vero elettorato potenziale che, paradossalmente, si è sentito rappresentato da Trump e non dai democratici. Biden viene da quel mondo, riesce a parlare la loro lingua, potrebbe riuscire in quell’impresa e cancellare un disagio sociale al quale va data una seria risposta. Questa era la maggioranza “silenziosa” di quel corteo. Gente modesta e per bene che non chiede altro che essere ascoltata, che i loro problemi trovino attenzione e forse soluzione.
Poi c’è un manipolo di delinquenti, estremisti ed esaltati ad un tempo. Anni addietro si sarebbero identificati in quei gruppi numerosi di motociclisti che imperversavano in America, anch’essi dall’aspetto folkloristico non tanto diversi da quelli entrati in Campidoglio, senza neanche lontanamente pensare in quei cervelli bacati al vulnus che avrebbero provocato alla democrazia statunitense. Sono autentici disadattati sociali, pronti a diventare fans di chiunque li sappia aizzare contro il potere costituito e le istituzioni. Non si sono neanche posti il problema che ad aizzarli, come se fossero cani da combattimento era il Presidente degli Stati Uniti, hanno fatto ciò che fa il branco di cani feroci, obbedito al capobranco.
Se avessero trovato veramente un Campidoglio blindato, come annunciato, da polizia e guardia civile dopo qualche ringhio, giusto per salvar la faccia, se la sarebbero data a gambe per sfasciare magari il primo negozietto rimasto incautamente aperto. Sono duri con i deboli, deboli con i forti come tutti i branchi del mondo. Quando abitavamo a Torre a Mare c’erano diversi branchi di cani randagi, abbastanza pericolosi. Allorchè a passeggio con la nostra Ella, un bel pastore tedesco, l’ incontravamo Ella si poteva di un paio di passi dinanzi a noi e li guardava semplicemente. Pochi secondi e li vedevi in fuga. I branchi sono tutti uguali.
Alla testa personaggi improbabili come il 32enne Jake Angeli, bandiera americana in mano, viso dipinto con i colori di guerra del vessillo Usa, indosso una pelliccia e sul capo un cappello con le corna da vichingo. E’ un seguace di QAnon, la teoria del complotto secondo cui i poteri occulti hanno tentato in tutti i modi di rovesciare Donald Trump.
Lui è uno dei tanti da ricovero e cura mentale, che questa società alienante produce, restano due responsabilità gravissime: la prima quella di chi si avvale di personaggi del genere per i propri inconfessabili fini perversi, la seconda di chi aveva il dovere di contenere certi personaggi ed ha fallito, o forse ha voluto fallire. Non è un caso che il responsabile della sicurezza del Campidoglio si sia dimesso prima ancora che qualcuno glielo chiedesse. Sarebbe davvero interessante sapere chi lo ha indotto o costretto a comportarsi così, perchè è lui ed il suo mandante il vero responsabile di una democrazia americana umiliata e messa sotto i piedi da un Jake Angeli qualunque.
Per commenti, precisazioni ed interventi potete utilizzare il “Lascia un commento” a piè dell’articolo, o scrivere alle e-mail info@lavocenews.it della redazione o direttore@lavocenews.it, per seguirci su facebook potete mettere cortesemente il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivervi al gruppo lavocenews.it grazie.