L’uccisione di Yuriy Kerpatenko
La tragica scomparsa, frutto di una ferocia inaudita, del direttore della Filarmonica di Kherson, riletto dal grande musicista Roberto Fabbriciani
Roberto Fabbriciani
La musica da messaggi forti…più delle parole. La musica arriva dove le parole si fermano!
Difficilissimo esprimere la tristezza e l’amarezza sull’accaduto. Da artista e da musicista non amo entrare nel dibattito politico internazionale. Semplicemente esprimo il mio profondo cordoglio e la mia umana indignazione per quanto accaduto a Yuriy Kerpatenko. Un’offesa alla civiltà.
Apparentemente mi sembra che ci sia una sorta di abitudine a vivere in situazioni di paura. Ci stiamo omologando a questo? Io non sono in grado di giudicare. Le guerre ci sono sempre state. Sento e leggo parole estremamente preoccupanti sull’utilizzo del nucleare! Questo è semplicemente spaventoso. La minaccia nucleare c’è!
Non possiamo sapere quanto durerà.
La democrazia evidentemente è solo una parola.
Dialogo? Incredibile che ancora oggi l’uomo non ha imparato la lezione. La cosa più certa è che perdiamo tutti. Rimarremo “Senza vincitori ne vinti”, come nel racconto di Mario Rigoni Stern.
Questo dovrebbe insegnare!
Con tutto quello che sta accadendo l’unica certezza è che l’uomo sta perdendo tutti i suoi valori.
Leggo la notizia resa nota dal ministero della cultura ucraino su Facebook dell’uccisione del direttore della Filarmonica di Kherson, Yuriy Kerpatenko.
Il direttore della Filarmonica di Kherson, Yuriy Kerpatenko, è stato ucciso dall’esercito russo nella sua abitazione. Si era rifiutato di esibirsi in un concerto organizzato dalle forze di occupazione.
“Il 14 ottobre si è appreso del brutale omicidio del direttore del Kherson Music and Drama Theatre. Dopo che Kerpatenko si è rifiutato di collaborare con gli occupanti, l’esercito russo lo ha ucciso a colpi di arma da fuoco nella sua stessa casa”, ha scritto il Ministero. “Nell’intenzione degli occupanti”, prosegue il Ministero, “il concerto aveva lo scopo di dimostrare il cosiddetto ‘miglioramento della vita pacifica’ a Kherson”. “Tuttavia, il direttore d’orchestra si è categoricamente rifiutato di collaborare”.
Yuriy Leonidovych Kerpatenko, direttore d’orchestra ucraino, era nato il 9 settembre 1976. Kerpatenko si è diplomato alla Kherson School of Music nel 1995 e al Kyiv Conservatory nel 2000. È diventato il direttore principale dell’orchestra da camera “Gileya” della Kherson Regional Philharmonic nel 2000. Dal 2004 è stato anche il direttore principale del Mykola Kulish Music and Drama Theatre.
Durante l’occupazione russa dell’oblast di Kherson, Kerpatenko ha continuato a pubblicare messaggi di sfida su Facebook fino a maggio 2022. Kerpatenok si era rifiutato di lasciare Kherson, la prima grande città occupata dai russi, e “mostrava apertamente la sua posizione filo-ucraina”.
Nel settembre 2022 i familiari di Kerpatenko, fuori Kherson, hanno perso i contatti con lui.
Il Ministero della Cultura e della Politica dell’Informazione ha riferito il suo rifiuto di partecipare al prossimo concerto del 1 ottobre ospitato dagli occupanti russi. L’amministrazione russa prevedeva di presentare l’orchestra da camera Gileya di Kerpatenko in un concerto “destinato dagli occupanti a dimostrare il cosiddetto ‘miglioramento della vita pacifica’ a Kherson“.
E’ stato ucciso a casa sua, giustiziato. La sua morte è stata segnalata il 13 ottobre 2022.
L’ufficio del procuratore regionale ucraino di Kherson sta indagando sulla sua morte “sulla base di violazioni delle leggi e dei costumi di guerra, combinate con omicidio intenzionale“.
Il direttore Dalia Stasevska ha condannato l’omicidio e ha tracciato parallelismi con l’omicidio di Mykola Kulish.
Il direttore Semyon Bychkov ha definito le azioni dei russi “puro genocidio“.
Anche il romanziere Andrey Kurkov ha condannato l’uccisione e la distruzione dell’identità ucraina.
Abbiamo già visto anche tanti films che ci raccontano di eventi simili ma questo è veramente accaduto adesso!
In questi ultimi tre anni abbiamo vissuto con incubi continui, con paure e con un clima di insicurezza. Il Covid ci ha distrutto, poi la guerra Ucraina (operazione speciale militare) e adesso il costo del gas e dell’energia elettrica che incombono sui nostri prossimi mesi.
Cos’altro dobbiamo aspettarci?
Il presidente bielorusso, Aleksander Lukashenko, in un’intervista all’emittente statunitense Nbc ha sottolineato che la soluzione al conflitto in Ucraina può essere trovata in una settimana.“Dipende tutto da Stati Uniti e Regno Unito. Se domani vi rendete conto che dobbiamo sederci al tavolo dei negoziati e trovare una soluzione, credetemi, la troveremo entro una settimana”.
Quale forza li spinge? Qual’è la vera chiave di volta? E’ vero che il valore della vita è impagabile? Nessuna guerra è giusta! Ma è possibile che nella vecchia Europa, carica di storia, le guerre del passato non abbiano insegnato niente? Non abbiano insegnato il dialogo, la democrazia, l’attitudine a considerare il bene comune un bene supremo, indiscutibile, basato sul rispetto reciproco?
Ahimè, sembra proprio di no!
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