Mattarella e Papa Francesco sul Covid-19
Oggi sono scesi in campo, ciascuno a suo modo, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e Papa Francesco.
Gianvito Pugliese
Per primo, in ordine di tempo, è toccato a Papa Francesco occuparsi oggi di Covid-19. Già da ieri il virus era arrivato a toccare la stessa residenza del Papa. Oggi il Papa in una Piazza San Pietro deserta, dove si sentiva solo il rumore della pioggia e dei gabbiani, ha impartito la benedizione ‘Urbi et Orbi’ con l’indulgenza plenaria. Se da un lato ha pregando il Signore “perchè non ci lasci soli nella tempesta”, e dunque per la fine della pandemia, dall’alto non ha smentito di essere quel grande Papa che anche i laici hanno imparato a conoscere ed ammirare. Ha chiesto, infatti, a noi tutti di cambiare “rotta” tornando a Dio e ai valori veri, primo tra tutti quello della solidarietà, perché pensavamo erroneamente “di rimanere sempre sani in un mondo malato”, afflitto da guerre e “ingiustizie planetarie”. Poi la preghiera, l’invocazione e la benedizione.
Il Presidente Mattarella è. invece, intervenuto con un messaggio alla nazione che si è aperto con “care concittadine e cari concittadini”. Si è astenuto dall’invitare i partiti all’unità. Forse ha preso atto della impossibilità di ottenere comportamenti seri e responsabili da tutti e, probabilmente, allo stesso tempo ha evitato di sollevare ulteriori polemiche, e fornire pretesti per risposte utili (?) solo a chi le solleva. Ha ringraziato a nome di tutti gli Italiani, i tanti che sono impegnati in prima linea ad assistere gli ammalati ricoverati e non (medici, infermieri, soccorritori, “ai quali va assicurato” ogni supporto protettivo “a qualsiasi costo”) ed a quanti assicurano i controlli, le emergenze, ed ai tanti altri che procurano a coloro che sono nelle proprie abitazione l’indispensabile per vivere (dalla filiera alimentare, ai farmaceutici, alle attività essenziali ed ai trasporti). Ha rivendicato, con legittimo orgoglio, il fatto che l’Italia, pur colpita in misura molto seria e preoccupante, sia però indicata nel mondo occidentale come esempio e modello da imitare per contenere la diffusione del Coronavirus. E non poteva mancare l’espressione di cordoglio, che si avvertiva sentito e profondo, verso le vittime ed i familiari colpiti così atrocemente “che non hanno potuto neanche celebrarne i funerali”. Ma non è mancato il messaggio all’Europa e di sostegno alla linea del Governo: guai se non ci sarà un’esplosione di solidarietà e non si comprenderà che questa pandemia è una vicenda europea e non risolvibile a livello nazionale. Sarebbe per l’Europa ed il sogno europeo il suicidio.
Dopo che hanno parlato due figure di questo spessore, aggiungere altro è inappropriato.