Mattarella firma sette provvedimenti di clemenza individuale

Marta Cartabia, Ministro della Giustizia, ha formulato avviso favorevole.

La redazione

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato – ai sensi di quanto previsto dall’art. 87 comma 11 della Costituzione – sette decreti di grazia, in ordine ai quali la Ministra della Giustizia, a conclusione della prescritta istruttoria ha formulato avviso favorevole.

Strano Michele, nato nel 1968, condannato a sei anni, due mesi e venti giorni di reclusione per il delitto di omicidio volontario commesso nel 2012, nel corso di una rapina ai suoi danni nella quale era rimasto ucciso anche suo fratello. Nel concedere la grazia di un anno di reclusione il Capo dello Stato ha tenuto conto del parere favorevole, formulato dal competente Procuratore Generale, e del percorso di riconciliazione avvenuto tra i familiari delle due vittime.

Garrone Carlo, nato nel 1941, condannato a quattordici anni di reclusione per l’omicidio della sorella, commesso, in un contesto di grave disagio, nel 2014. Nell’adottare l’atto di clemenza (riduzione di un anno e tre mesi di reclusione) il Presidente della Repubblica ha tenuto conto dell’età e delle condizioni di salute del condannato.

Per effetto di questi due provvedimenti del Capo dello Stato agli interessati rimarrà da espiare una pena non superiore a quattro anni di reclusione, limite che consente al Tribunale di sorveglianza l’applicabilità dell’istituto dell’affidamento in prova al servizio sociale (art. 47 dell’ordinamento penitenziario).

Oberleteir Heinrich Sebastian, nato nel 1941, è stata concessa la grazia relativa alla pena dell’ergastolo, irrogata per la partecipazione ad atti terroristici compiuti in Alto Adige tra il 1966 e il 1967. Nell’adottare il provvedimento il Presidente della Repubblica ha tenuto conto del fatto che i suoi atti criminosi non hanno provocato decessi, del ravvedimento del condannato che, in una dichiarazione allegata alla domanda di grazia presentata dai figli, ha espresso ripudio della violenza e forte rammarico per le vittime di tutti gli attentati di quel periodo e per il dolore arrecato alle loro famiglie, della sua età, del parere favorevole del Procuratore Generale competente e del perdono concesso dalle due persone offese che è stato possibile interpellare nel corso dell’istruttoria, nonché della condizione di generale concordia da tanto tempo raggiunta a distanza da quella stagione.

Francesco Domino, nato nel 1972, condannato alla pena di anni tre e nove mesi di reclusione per fatti di bancarotta fraudolenta commessi nel 2011, per il quale la pena è stata ridotta di dieci mesi. Nel valutare la domanda di grazia il Presidente della Repubblica ha tenuto conto del fatto che l’interessato vive e lavora in Belgio dove ha richiesto che venga eseguita la pena, ai sensi della disciplina della Unione Europea sul reciproco riconoscimento delle condanne emesse da altri Stati membri. Per effetto del provvedimento di clemenza, la pena scende al di sotto del limite che secondo la legge belga consente l’espiazione in regime non detentivo, limite più ristretto di quello vigente in Italia.

Minisgallo Giuseppe, condannato per delitti associativi, al quale è stata concessa la grazia in relazione alla pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il Capo dello Stato ha tenuto conto della circostanza che la pena detentiva è stata interamente espiata nel 2011, nonché del reinserimento sociale e lavorativo dell’interessato e del parere favorevole espresso dal competente Procuratore Generale.

Bruno Cosimo, condannato per guida in stato di ebbrezza per fatti commessi nel 2009 e residente in Francia, al quale è stata concessa la grazia di tre mesi di arresto (ferma rimanendo la pena di 2.000 euro di ammenda). Nel valutare la domanda di grazia il Presidente della Repubblica ha considerato il tempo trascorso dalla commissione del reato e l’inserimento lavorativo dell’interessato all’estero.

Langella Cristina, alla quale è stata concessa la grazia della pena di 450 euro di ammenda riportata per il reato di rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale. Il Capo dello Stato ha tenuto conto della modesta gravità del fatto e del parere favorevole del competente Procuratore Generale.

 Roma, 09/12/2021

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