Meloni e Berlusconi pace fatta
“Al lavoro per un governo coeso e di alto profilo” sostiene una nota congiunta.
La redazione
“Fratelli d’Italia e Forza Italia sono al lavoro per dare il più presto possibile all’Italia un Governo forte, coeso e di alto profilo che si metta subito al lavoro per affrontare le urgenze”. E’ il contenuto di una nota congiunta dei due partiti dopo l’incontro di circa un’ora e mezza alla sede del partito della Meloni, che ha ospitato l’incontro con Silvio Berlusconi dopo lo scontro frontale tra i due leader. Giorgia Meloni sarebbe rea per l’86enne leader di Forza Italia di voler sindacare le scelte dei partiti alleati sulla formazione dell’esecutivo. Il casus belli sarebbe stato il rifiuto della Meloni di attribuire un Ministero di peso, forse proprio la Giustizia, a Licia Ronzulli, infermiera di Berlusconi, promossa a Senatrice dal suo “assistito”.
Ne è seguito lo scontro in Senato del Cavaliere con Ignazio La Russa, una conversazione animata conclusa dal Cavaliere con un grillino “vaffa…”. Poi Berlusconi, forse anche per l’età che avanza, supera la sua proverbiale mancanza di forma ed offre ai cannoni di fotografi un foglio-appunto (La Repubblica lo definirà un “pizzino”) con su il nome di Giorgia Meloni, e poi una serie di epiteti ingiuriosi, a cominciare dall’arrogante e poi in crescendo rossiniamo. Risposta dura della Meloni, ai giornalisti, mentre sale in macchina per lasciare il senato: “Io non sono ricattabile”. Molti vi hanno letto un richiamo al processo Ruby ter tuttora in corso.
Oggi una foto dei due ex (?) contendenti sorridenti alla fine dell’incontro (in copertina) suggella l’avvenuta riappacificazione.
Silvio Berlusconi, che al suo arrivo in via della Scrofa, sede di Fratelli d’Italia, è stato accolto da Giorgia Meloni, è entrato in auto senza rilasciare dichiarazioni. Ha poi lasciato alle 18 circa la sede dell’incontro, durato meno di un’ora e mezza. Berlusconi è, quindi, uscito in auto senza rilasciare nessuna dichiarazione. Poi viene diffusa la nota congiunta.
Lo strappo di Forza Italia, si conclude con un Berlusconi sconfitto su tutta la linea, a cominciare da essere dovuto andare a “casa” della Meloni, a dispetto della tradizione del centrodestra che vuole tutti i summit ospitati dal Cavaliere con tanto di pranzo e menu pubblicato nelle prime pagine dei media. Per il Cavaliere una sorta di Canossa che, sbaglieremo, ma prelude ad un notevole ridimensionamento delle sue pretese in termini di poltrone ministeriali, di sottosegretari e di sottogoverno.
Certo, come sono lontani i tempi in cui la Meloni si dichiarava pronta a difendere a spada tratta la candidatura di Berlusconi al Colle, perchè “lui è un Patriota, mentre Draghi non so cosa e chi sia“.
Sarà interessante vedere come la situazione si evolverà. La seguiremo, statene certi, e Vi riferiremo.
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