Operazione “Transumanza”: la lotta contro il malaffare
Concluse le indagini sulla maxi truffa dei pascoli inesistenti a danno dell’Ue
Rocco Michele Renna
Nell’ombra di pascoli inesistenti e richieste di finanziamenti pubblici, si è consumata una truffa di proporzioni gigantesche. L’operazione “Transumanza”, condotta dalla Guardia di Finanza di Pescara e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (D.D.A.) della Procura de L’Aquila, ha portato alla luce un intricato sistema di frodi che coinvolge 75 soggetti e enti in tutta Italia. Da nord a sud, tra Abruzzo, Puglia, Trentino Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Lazio e Campania, si è tessuta una rete di affari illeciti, con sospetti collegamenti alla “mafia foggiana”.
Il pool investigativo ha smascherato un sodalizio criminale che, con l’aggravante mafiosa, ha perpetrato frodi ai danni del bilancio nazionale e comunitario. Il bersaglio? I fondi del Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (F.E.A.GA), nel settore della Politica Agricola Comune (PAC). Dal 2014, questa associazione per delinquere ha simulato il possesso dei requisiti necessari per ottenere terreni e titoli PAC. Le nuove imprese agricole fittizie sono entrate in combutta con società cooperative agricole o associazioni temporanee di imprese, creando un inganno che ha permesso di accaparrarsi migliaia di ettari di terreni concessi a uso civico dai Comuni.
Le frodi scoperte ammontano a circa 5 milioni di euro. I soggetti e le imprese coinvolti sono accusati di autoriciclaggio, reimpiego di proventi illeciti, ricettazione e truffa aggravata ai danni dello Stato. Questo colpo alla truffa dei pascoli inesistenti rappresenta una vittoria per la legalità e la trasparenza, ma anche un monito contro chi cerca di sfruttare i finanziamenti pubblici a proprio vantaggio.
L’Europa guarda con attenzione a queste indagini, e la lotta contro il malaffare continua. La verità emerge, e la giustizia si fa strada. Maestosi pascoli immaginari non possono oscurare la realtà: la legge è ferma, e chi si macchia di frodi sarà chiamato a rispondere. È un richiamo a tutti noi a vigilare, a difendere l’integrità dei fondi pubblici e a garantire che le risorse siano impiegate per il bene comune, non per il profitto personale. La “Transumanza” ha portato alla luce un mondo oscuro, ma anche la speranza che la giustizia prevarrà sempre.
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