Riprendono i negoziati a distanza. I paesi europei alle prese col gas russo

Intanto la guerra non si ferma, ancor meno dove Putin aveva annunziato la de escalation

Gianvito Pugliese

Gli acquirenti europei (Paesi ostili li definisce Putin) di gas russo ieri hanno dovuto affrontare una scadenza. Il nuovo zar aveva detto che bisognava iniziare a pagare in rubli. E questo sul fronte russo-occidente.

Sul fronte russo-ucraino se i negoziati, non più in presenza come ad Istanbul e senza più un mediatore efficace come Erdogan, diretti a porre fine alla guerra, al momento durata già cinque settimane riprendono in video conferenza, l’Ucraina si preparava ad ulteriori attacchi sia al sud che ad est. Kiev considera la promessa di de escalation da parte di Putin. l’ennesima bugia per ingannarli.

Mosca invadendo l’Ucraina ha ucciso migliaia di persone, creato oltre 11milioni di profughi e altrettanti ucraini privati della casa con un bombardamento sistematico dal cielo o da terra. Per converso mentre Kiev, sul piano prettamente militare ha inferto danni e vittime ai russi oltre ogni più drammatica previsione, gli Stati Uniti, l’alleata Ue ed il resto del resto del mondo hanno imposto dure sanzioni punitive senza precedenti ad enti governativi, imprese e oligarchi russi.

La Russia afferma che risponderà alle sanzioni dell’Unione Europea. Nikolai Kobrinets alto funzionario del ministero degli Esteri russo: “Le azioni dell’UE non rimarranno senza risposta… le sanzioni irresponsabili di Bruxelles stanno già incidendo negativamente sulla vita quotidiana degli europei comuni”.

Caro Kobrinets, i cittadini europei, non saranno tutti premi Nobel, ma dispongono di una informazione variegata e differenziata, non come i russi costretti a sentire solo la versione farlocca del Cremlino. Sanno che enormi rincari sono stati creati ad arte da Mosca, già prima dell’invasione dell’Ucraina, come sanno che con la guerra son cresciuti a dismisura, indipendentemente dalla sanzioni imposte alla Russia. Avete due freccette all’arco, scagllatele! I conti li facciamo dopo.

Giovedì Vladimir Putin ha tirato la freccia più importante, chiedendo agli acquirenti di energia europei (principalmente gas, ma anche petrolio) di a pagare in rubli da venerdì o sarebbero stati sospesi i contratti atto. Oggi compare già un correttivo. Pagare ad una banca russa che opererà la conversione in rubli.

Ultimatum, il primo, respinto dai governi europei con il più grande fruitore di gas russo del vecchio continente, la Germania, che lo ha definito un “ricatto”.

L’Agenzia internazionale per l’energia terrà una riunione di emergenza oggi per esaminare l’ipotesi di un nuovo rilascio di riserve petrolifere strategiche. Vi si aggiunge un piano statunitense per pompare enormi forniture a partire da maggio. L’idea è di “raffreddare i prezzi del petrolio£ che quest’anno sono finora aumentati di oltre il 30%, in gran parte a causa della guerra in Ucraina.

La Russia minaccia anche di interrompere le forniture alimentari globali, mentre un funzionario del governo Usa condivide le immagini di un attacco agli impianti di stoccaggio del grano in Ucraina, nel tentativo di distruggerli.

Lillia Ristich, residente a Irpin, appena riconquistata dai militari ucraini: “Sapevamo che (i russi) sarebbero stati espulsi, ma quando è arrivato il nostro esercito ho capito perfettamente che siamo stati liberati. È stata una felicità oltre ogni immaginazione”.

Un deposito di carburante nella città russa di Belgorod, vicino al confine con l’Ucraina, è in fiamme e il governatore regionale ha detto che era è stato attaccato da due elicotteri militari ucraini. 

Zelenskiy al suo popolo: “Dobbiamo ancora percorrere un percorso molto difficile per ottenere tutto ciò che vogliamo“.

Per l’MI5, i servizi segreti militari britannici: “Mosca sta ridistribuendo le forze dalle regioni separatiste all’Ucraina. I rinforzi indicano che la Russia ha subito subito perdite inaspettate.

Per i servizi segreti americani Putin sarebbe stato fuorviato dai generali sulla terribilmente misera prestazione del suo esercito. I servizi segreti europei hanno espresso il medesimo parere.

Le autorità ucraine speravano di evacuare più residenti possibili da Mariupol visto che la Russia ha aperto un corridoio umanitario ma il vice primo ministro ucraino Iryna Vereshchuk afferma che 45 autobus inviati per evacuare civili da Mariupol sono stati fermati ieri dalle forze russe fuori Berdyansk, a circa 75 km a ovest: “Domani continueremo a cercare di attraversare un corridoio umanitario fino a Mariupol per non lasciare la nostra gente sola”.

L’ufficio del sindaco stima che a Mariupol siano morte 5.000 persone. mentre decine di migliaia di persone sono rimaste intrappolate senza cibo, acqua e altri rifornimenti.

Larisa (non riferisco il cognome per proteggerla): “Abbiamo trascorso 30 giorni nel seminterrato con bambini piccoli. I bambini tremano ancora”.

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