Rosario Livantino proclamato beato
Il primo passo verso la santificazione per il giudice bambino assassinato dalla mafia nel 1990.
La redazione
Nella cattedrale di Agrigento, città in cui Rosario Levantino prestò il suo servizio come sostituto procuratore, con una messa solenne è stata data ufficialità alla beatificazione del “giudice bambino” trucidato dalla mafia il 21 settembre del 1990.
Era pressoché ignoto al grande pubblico e lo è rimasto fino al giorno della sua morte prematura. Si occupava prevalentemente di sequestri di beni alla mafia, attività che se svolta con coscienza e meticolosità, arreca alla mafia danni davvero ingenti, anche se non da certo visibilità a chi svolge quell’oscuro, ma prezioso lavoro.
Rosario Levantino per questa attività si attirò l’odio della stidda, denominazione dell’organizzazione mafiosa che opera tra Agrigento e Caltanisetta, che lo condannò a morte.
Rosario Levantino era un cattolico praticante, Ogni giorno assisteva alla messa nella sua Canicatti, dove viveva coi genitori, prima di mettersi in macchina per raggiungere la Procura di Agrigento. Su quella strada è avvenuto l’agguato mortale, che come le indagini faranno scoprire era invece inizialmente stato programmato proprio nella Chiesa che soleva frequentare.
Per la sua devozione e la limpidezza del suo operato -tanto che tra i mafiosi era soprannominato “santocchio” in spregio alle sue qualità umane, professionali e di credente – è stata avviata dalla Chiesa la sua beatificazione.
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