Scortati i pescherecci lasciano Bengasi.

Dopo 108 giorni di prigionia tornano a casa scortati dalla nostra Marina Militare.

La Redazione

Il rilascio, dopo 108 giorni di prigionia in Libia, dei pescatori e dei due pescherecci italiani illecitamente trattenuti dalla guardia costiera libica dopo l’incontro del Premier Conte e del Ministro di Mario con il leader libico Haftar è ora concretamente avvenuto.

E’ stato necessario ricaricare le batterie dei pescherecci che dopo 108 giorni fermi e privi di manutenzione erano totalmente scariche, ed ora sonoin navigazione verso Mazara del Vallo il “Medinea” e l'”Antartide” con i 18 uomini di equipaggio. L’arrivo a Mazara del Vallo è previsto per domenica. La traversata si prevede duri intorno alle 48 ore.

I  due pescherecci sono scortati dalla fregata Margottini della Marina Militare – impegnata nell’Operazione Nazionale Mare Sicuro- che li ha attesi all’uscita delle acque territoriali libiche ed assicurerà la scorta fino a Mazara del Vallo. 

La prima dichiarazione di Pietro Marrone, capitano della “Medinea”, nel primo contatto via radio dopo la partenza dal porto di Bengasi col suo armatore Marco Marrone, è la seguente” in questi 108 giorni abbiamo cambiato quattro carceri in condizioni sempre più difficili. L’ultimo dove siamo stati era al buio, ci portavano il cibo con i contenitori di metallo. È stato davvero molto complicato: accendevano e spegnevano le luci, a loro piacimento“.

Sono stati tenuti 108 giorni in carceri senza essere stati giudicati da nessun tribunale. Se non ci fossero altri indizi tanto conferma che si tratta di sequestro a fini di estorsione. E che tanto si permetta di farlo qualsiasi stato è grave, ma che poi si permetta di farlo agli italiani un Paese come la Libia che dall’Italia riceve annualmente fior di finanziamenti è semplicemente assurdo.

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