Settantamila a Praga contro Nato e sanzioni a Mosca

Manifestazione contro il governo Fiala al grido “prima la Repubblica Ceca”. Nazionalismi e sovranismi si diffondono a dispetto dell’evidenza.

La redazione

Secondo la polizia ceca circa settantamila manifestanti, scesi in piazza a Praga, hanno chiesto le dimissioni del governo conservatore ceco, accusandolo di essere sottomesso all’Unione Europea, e protestato sia contro la Nato, che per le sanzioni imposte alla Russia in ragione della sua invasione dell’Ucraina.

I manifestanti esigono la neutralità  nella guerra in Ucraina. Il Governo di Praga è chiaramente orientato al sostegno politico e militare a Kiev.

A piazza Venceslao, nella capitale ceca c’era un mix tra extraparlamentari comunisti, euroscettici e ultranazionalisti. Qualche leader ha chiesto di “liberarsi dalla sottomissione politica all’Ue, all’Organizzazione Mondiale della Sanità e all’Onu“.

Lo slogan della giornata: “Repubblica Ceca Prima”. Il Paese è membro della Nato, ma per i manifestanti esiste solo il prezzo del gas.

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Petr Fiala, premier ceco, in Parlamento, in risposta ad una mozione di sfiducia, ha ricordato che la Repubblica Ceca ha concesso i visti a circa 410.000 ucraini fuggiti dalla guerra, e che oltre 100.000 sono stati assorbiti dal mercato del lavoro.

Per Fiala una manifestazione “filo-russa”, che fa parte della campagna di disinformazione del Cremlino: “Questi slogan e l’interpretazione dei fatti coincidono con la posizione russa e, a mio avviso, non corrispondono agli interessi della Repubblica Ceca”.

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