Spunta il piano di un golpe pro Trump dopo l’assalto al Congresso

L’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio non fu dunque estemporaneo, ma parte di un piano golpista per fermare Biden

Gianvito Pugliese

Svolta imprevista e pesantissima nell’inchiesta della commissione del Congresso che indaga sui fatti dell’assalto a Capitol Hill.

Mark Meadows, ex capo dello staff della Casa Bianca, ha consegnato alla stessa commissione un piano dettagliato per la ripresa del potere da parte di Donald Trump.

Meadows ha sostenuto di averlo ricevuto via email ma di non averci mai fatto nulla.

Il piano sarebbe stato messo a punto da un texano, ex colonnello dell’esercito, sostenitore della tesi delle elezioni rubate, che prima del 6 gennaio lo avrebbe fatto pervenire a diversi senatori.

Il New York Times ed il Guardian chiariscono che Il piano di 38 pagine, ora al vaglio della commissione, raccomanda all’ex presidente di dichiarare subito lo stato di emergenza per questioni di sicurezza nazionale al fine di ritardare la certificazione della vittoria di Joe Biden da parte del Senato, fissata proprio per il 6 gennaio.

Aldilà delle responsabilità direttamente connesse a quella brutta pagina per la democrazia americana, che fu il tentativo di occupare Capitol Hill, sede del Governo degli Stati Uniti, che ospita l’edificio con cupola del Campidoglio, il Senato, la Camera dei rappresentanti e la Corte Suprema, nel giorno indimenticabile dell’Epifania di questo 2021, la scoperta di quel piano offre un’altra e più realistica lettura di quanto accaduto.

L’assalto al Congresso non fu né casuale, né imprevisto ed imprevedibile. Si scopre che era il tassello di un piano assai più ampio, per impedire a Biden il suo legittimo insediamento. E allo stesso tempo si scopre che la Casa Bianca e diversi Senatori sapevano sia del piano che dell’assalto al Congresso e non fecero assolutamente nulla per impedirlo.

Sarà interessante seguire ora i passi successivi che la commissione intraprenderà: piaccia o meno, non si può far finta che il piano non esistesse. Delle responsabilità anche omissive nella mancata difesa di Capitol Hill non potranno non emergere. A quale livello arriveranno è il mistero più interessante da svelare.

Prossimamente su questo schermo, concluderebbe un produttore di Hollywood. Scherzi a parte chissà che un giorno o l’altro qualcuno su quel 6 gennaio non realizzi un film. Sarebbe una pellicola da consegnare alla storia, e non solo americana.

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