Sulle Zone rosse audizione di Conte e Bonaccini fa chiarezza.
Sulle zone rosse in Lombardia oggi Conte sarà sentito dal Procuratore facente funzioni. di Bergamo e Bonaccini (nella foto), intervistato dal direttore del Sole 24 Ore, fa chiarezza.
Gianvito Pugliese
Oggi il Procuratore reggente di Bergamo, Maria Cristina Rota, ascolterà il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte a proposito delle zone rosse non attivate a Nembro ed Anzano Lombardo. Per ragioni di sicurezza non è stata resa nota né ora, né luogo del colloquio. Ieri dovrebbero essere state concluse le audizioni dei Ministri Lamorgese e Speranza, rispettivamente degli Interni e Speranza. Per completezza d’informazione ricordiamo che il 28 e 29 maggio furono sentiti rispettivamente l’assessore al welfare della Lombardia, Giulio Gallera, ed il Presidente della stessa, Attilio Fontana. Per chi volesse maggiori dettagli, consiglio di cliccare qui.
Ad accendere un faro di chiarezza sul come dell’istituzione delle zone rosse (come pure arancione) contribuisce Stefano Bonaccini, Governatore -da poco rieletto- dell’Emilia Romagna e Presidente della Conferenza delle Regioni. Intervistato dal vicedirettore del Sole 24 Ore Alberto Orioli, sulla zona rossa a Medicina, dichiara “l’abbiamo fatta di notte, decisione politica difficile, e poi abbiamo informato il Governo che ci ha consentito di poterla fare”. Poi aggiunge:” “Abbiamo chiesto noi al Governo a metà marzo di istituire due province, Rimini e Piacenza, per intero come zone arancioni, quasi rosse, con le restrizioni più pesanti nella mia regione, e Medicina zona rossa, perché gli epidemiologi mi mostrarono dati drammatici. Così facendo abbiamo salvato gran parte del contagio che poteva diffondersi nella città metropolitana di Bologna”. Daltronde anche De Luca e la Santelli hanno fatto la stessa cosa di Bonaccini in circostanze analoghe.
Non credo servano ulteriori commenti, aldilà della sottolineatura della necessità di riscrivere norme, non solo sulla sanità, che facciano chiarezza su competenze e responsabilità. Ormai è chiaro anche ad un lattante che è stata creata ad hoc una normativa, progressivamente sovrapponendosi che se da un lato consente di favorire gli amici e danneggiare i non amici, crea contestualmente intrecci di responsabilità tra enti ed all’interno interni degli stessi enti. Diventa impossibile, o quasi, identificare il responsabile: poco importa se poi anche in emergenza le decisioni richiedono settimane, mesi ed anno, in una continua partita di ping pong tra soggetti pubblici, e gli investitori stranieri scappano altrove, prima di cominciare.
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