The Queen: una di famiglia

Si può amare e piangere una regina anche senza nutrire la minima simpatia per le monarchie. In copertina la copertina di un disco dei Sex Pistols, Il loro più grande successo.

Maria Catalano Fiore

Su S.A. Elisabetta II, in questi giorni si è detto di tutto e di più, sono stati spesi fiumi di inchiostro, mi pare giusto.

Ho letto, però anche alcune note stonate. Partendo da due principi fondamentali: 1) che ognuno ha diritto di esprimere il proprio parere; 2) che era una persona e quindi come tutti in grado di sbagliare….Alcune cose dette tanto per, stonano. Provo a spiegarlo.

Questa redazione cultura ha intenzione di parlare del suo funerale, che si svolgerà lunedì 19 settembre, a partire dalle ore 12,00, in mondovisione, per il quale sono previste circa quattro miliardi di visualizzazioni, la presenza di 2000 capi di stato, uno spiegamento di forze incredibili ed un servizio di sorveglianza che non prevede l’utilizzo di auto blu, ma bus navetta ecc…con interdizione persino dello spazio aereo.

Elisabetta II in posa per un ritratto…..

Come cultura, poi, riprenderemo il discorso, già cominciato, del primato di ritratti dei Windsor, attualmente in mostra a Kensington Palace, sino al 30 ottobre, e dei ben 140 ritratti della regina Elisabetta, eseguiti da artisti e fotografi di fama internazionale.

Elisabetta II, per il suo 93esimo compleanno scopre un suo ennesimo ritratto ed esclama: “Oh my Good, povera vecchia donna…” con tanta autoironia e diplomazia.

Ritratti commissionati dal parlamento, voluti o meno. Elisabetta ha dovuto, comunque, constatare la propria vecchiaia e debolezza cosa poco entusiasmante per nessuno. Un artista, ritrattista, Giuseppe Toscano, nostro amico e lettore, in questi giorni ne ha realizzato uno molto bello.

Aldilà di tutto questo vi siete mai chiesto cosa c’è dietro le apparenze, nella vita reale di un/una regnante? A quanti obblighi, orari, programmi e disposizioni deve sottostare, che ne abbia o meno voglia, controllare in toto, l’andamento dello stato in tutte le sue sfaccettature dalle piccole alle grandi cose; dormire poco, lavorare molto.

Non contestate che, i componenti della casa reale, non vanno certo in miniera o a zappare, ognuno ha i suoi compiti. Ma un monarca che ci tiene alla sua nazione ed al suo popolo, non è un parlamentare che tiene solo alla sua poltrona e stipendio e conseguente vitalizio.

Tra come intendiamo noi la monarchia (equiparandola forse ai nuovi ricchi miliardari, nullafacenti e sbruffoni) a quello che rappresenta, ed è realmente, c’è un abisso. Se poi confrontiamo la monarchia inglese, in regime “parlamentare” sin dal 1700, ad altre, ed alla nostra ex monarchia, poi, sinceramente la peggiore. I Savoia: ignoranti, e se ne vantavano, presuntuosi e maschilisti. Tra di loro, solo alcune donne si salvavano, infatti sono in regime di beatificazione.

I reali inglesi hanno sempre “dato” alla nazione ed ai propri sudditi, vale ricordare che sono di discendenza tedesca e che hanno investito, in solido, capitali in Gran Bretagna. Analizzando le loro “proprietà”, castelli o altro, sono, nella maggior parte “in uso” e dal 1993, data della revisione catastale inglese, pagano le tasse (abbastanza salate) come tutti i sudditi. Questi beni sono aperti al popolo, uno o due giorni a settimana, anche le residenze private di principi o nobili.

Una vecchina fragile, ma estremamente lucida, riceve Liz Truss

S. A. Elisabetta II ha dimostrato un senso del dovere sino agli ultimi giorni. Suo il record dei 70 anni sul trono, riuscendo a coniugare tradizione e tecnologia. Due giorni prima della sua morte, ha posato per le sue ultime foto, nel castello di Balmoral ed ha ricevuto la nuova Primo Ministro britannico Liz Truss, con aspetto sereno, senza pettegolezzi, parlando e consigliandola, in privato.

Elisabetta, non ha avuto una vita facile, sino ai 10 anni, era ancora libera, ma educata ed istruita con fermezza dalla madre. La regina madre Mary nobile, ma non di alto lignaggio, molto colta e decisa che ha spronato e fatto da tutrice a suo marito re Giorgio VI e poi a sua figlia.

Elisabeth Bowes-Lyon nel 1925, poi regina consorte e regina madre

Vale la pena ricordare che, la regina consorte, poi regina madre, chiamata Mary, nata Elisabeth Bowes-Lyon (1900-2002), non era ricca, ma colta, aveva conosciuto e sposato il principe Albert, nel 1923, all’Università, in tempi non sospetti, lo sposa nel 1925, nel 1926 nasce la loro primogenita Elisabetta. Con l’abdicazione del fratello Edoardo VIII, nel 1937, il timido Alberto, nome ereditato da suo nonno il principe consorte, della grande regina Vittoria, Alberto di Sassonia-Coburgo- Gotha, sale al trono con il nome di re Giorgio VI, “consigliato” dal parlamento, nessun nome tedesco, che rimandi a ricordi, dopo aver cambiato ufficialmente cognome nel 1917.

Di conseguenza una bambina di poco più di 10 anni, deve crescere in fretta, adeguarsi, studiare molto, anche diverse lingue, per diventare la futura regina del vasto Impero britannico. Ha già appreso, da sua madre, molta parsimonia e regole fondamentali per un monarca inglese.

Innanzi tutto la parsimonia, a Buckingham Palace si curano mobili, suppellettili, quadri, si rammendano tappeti antichi, restaurano opere d’arte, la regina madre ripete “Non sono di nostra proprietà, ma appartengono al popolo, li usiamo e dobbiamo averne cura”.

Non sono tempi facili, peggiorano con il secondo conflitto mondiale. Londra bombardata, innumerevoli volte, il parlamento invita la famiglia reale a trasferirsi altrove, al sicuro. La regina Mary è irremovibile: “Un re, una regina, in queste occasioni, stanno accanto al loro popolo che soffre, lo aiutano, non scappano!”. Per sicurezza e limitare le spese, i Windsor si trasferiscono in una dependance di Buckingham Palace, le stalle, magazzini e tutto il piano terra viene adeguato come ospedale da campo e mensa per i bisognosi. Elisabetta ha solo 16/17 anni, ma viene impiegata sia come aiuto infermiera che come meccanico o autista per convogli ed altro.

Elisabetta II, nel 1940, in tuta da meccanico/autista

E’ una situazione dura, bisogna arrangiarsi a far di tutto, anche rammendare, se occorre. Anche in seguito, per la sua famiglia, ha sempre fatto ricucire o rammendare qualcosa, riattaccare bottoni, rimettere a modello abiti e cappelli. E’ sottolineato in tutte le sue biografie.

Ha vissuto un difficile dopoguerra, un paese distrutto, indebitato, una guerra fredda, la caduta del muro di Berlino e del comunismo, la Thatcher e lo sciopero dei minatori, l’euro e la Brexit. Ha saputo usare e gestire la tecnologia, dal suo primo discorso in radio, a 14 anni, per confortare i bambini coinvolti nella guerra d’Africa. Ha inciampato nel volere il matrimonio tra suo figlio Carlo e Diana, ma ha ammesso i suoi errori pubblicamente, si era comportata come qualsiasi madre che voleva il meglio per suo figlio, destinato al trono, e non l’arrivista e sposata con figli, Camilla.

La famiglia reale nel 1972

Ancora: i figli, con tre matrimoni falliti su quattro e accuse gravi proprio al suo prediletto Andrea. E i nipoti: su tutti la fuga di Harry e Meghan aldilà dell’Oceano. In questa occasione sono riuniti tutti ed accumunati dal dolore, forse ritroveranno serenità.

Lei ha dovuto attraversare una lunga storia, ma senza esserne protagonista, il parlamento ha operato per lei, è rimasta fedele al dettato costituzionale di neutralità, diventando un punto di riferimento e di equilibrio per più stati. Come ha detto suo figlio Carlo nel suo primo, toccante, discorso da sovrano: “The Queen ha saputo coniugare amore costante per la tradizione ed accoglienza senza paura del progresso” Ad esempio, nel 1965, ha nominato baronetti i Beatles, e poi altri esponenti dello spettacolo, infischiandosene delle polemiche.

Elisabetta saluta cordialmente Paul Mc Cartney, Anny Lennox, ed altri artisti

Come Governatore Supremo della Chiesa Anglicana, ha deciso di dare alle donne la possibilità di diventare sacerdoti. Ha firmato la legge sulle nozze gay. E’ stata un ponte tra più generazioni.

Non amava i gioielli, doveva portarne, ma non suoi, appartengono tutt’ora alla corona ed al popolo, vanno sfoggiati in occasioni particolari, passano in eredità, come la corona del regno o la corona della regina Vittoria.

La corona della regina Vittoria, simile, ma più leggera rispetto a quella reale.

Altro esempio: la Tiara delle spose. Di suo, personale, aveva l’anello di fidanzamento ed alcuni gioielli disegnati per lei da Filippo e fatti eseguire dal gioielliere di fiducia della corona, con pietre ricavate dalla Tiara che la madre di Filippo, Alice di Battemberg, ex regina di Grecia e Danimarca, era riuscita a portare con se durante l’esilio.

Tiara delle spose dalla regina Alexandra a tutte le donne Windsor

Elisabetta non amava né gli abiti di gala, né i pranzi di rappresentanza. Per gli abiti c’era il sarto reale con un paio di aiutanti che provvedevano a ritocchi ecc…Si sentiva se stessa vestita in modo comune o nella tenuta di Barmoral, gonna scozzese e twin-set, giacchina in alcuni ritratti.

Elisabetta in un ritratto a Balmoral

Uno stile semplice, preferito anche da Filippo e da tutti i suoi figli anche in ritratti ufficiali. Amava cavalcare ed anche guidare da sola nelle campagne scozzesi “a velocità allarmante”, definiva lo già spericolato Filippo. Non aveva patente, considerato che in gran Bretagna i certificati di guida venivano rilasciati a suo nome. Si è lanciata davvero dall’elicottero, con il suo abito rosa cipria, nel famoso sketck insieme all’attore Daniel Graig/007.

settembre 1960 la famiglia reale a Balmoral

Alcune foto, spontanee della regina: tranquilla sotto la pioggia, fa un giro del palazzo. E’ obbligata a portare cappelli, che odia, afferma: “mi schiacciano come un topo”, deve essere sempre riconoscibile sotto lo sguardo della sorveglianza.

Alcune foto che, in questi giorni hanno fatto il giro del mondo, per sottolineare l’ironia di Elisabetta, in famiglia: scoppia a ridere ad un saluto militare di suo marito Filippo, davanti a suo nipote William, schierato, ride di gusto con Harry.

L’ironia e lo humor inglesi sono proverbiali, oltre all’imperturbabilità nelle occasioni istituzionali. Una massima di Elisabetta era: “Non prendiamoci troppo sul serio, nessuno ha il monopolio della saggezza”.

Nel 2003, durante la visita di Putin, il cane del ministro degli interni abbaiò contro il leader russo e puntò le zampe. Reazione di Sua Maestà: “I cani hanno istinti interessanti, non è vero?”. Ironia sovrana…e per ironia si può amare e piangere una regina anche senza nutrire la minima simpatia per le monarchie, poiché dietro la regina c’è una donna a cui è vietato piangere in pubblico, anche se perde, dopo 75 anni, il suo compagno di vita.

Elisabetta II, morendo l’8 settembre, data nella quale i Savoia scapparono a Brindisi, ci ha ricordato, non volendo come tutti siamo diversi, e come e quanto i governi e le monarchie possano essere diversi.

S.A. Elisabetta II è stata una donna eccezionale, humour a parte, oltre che “grande statista e diplomatica”. Ci saranno altre regine, ma non ci sarà più un’altra Elisabetta, è la nostra opinione e quella del suo popolo amatissimo, che piange e fa la fila notte e giorno, davanti ai cancelli di Buckingham Palace, come tanti orfani inconsolabili.

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