Trovato il meteorite di San Valentino.
Ritrovati frammenti di un meteorite su un balcone di Matera, sono piovuti a una velocità di 300 chilometri orari, senza provocare gravi conseguenze
Redazione Alta Murgia
Come vi abbiamo promesso nell’articolo precedente “Bolide di San Valentino”, in cui avvisavamo la popolazione dell’avviata ricerca e la “caccia ai frammenti” dell’oggetto celeste di una massa complessiva di 400-500 grammi, attivata nei giorni scorsi in Basilicata, in un’area a nord di Matera, la ricerca ha individuato il luogo reale della caduta. Se ci fossero stati aggiornamenti avremmo avvisato i nostri lettori.
I frammenti del meteorite sono caduti su un balcone a Matera. Sono piovuti a una velocità di 300 chilometri orari, senza provocare gravi conseguenze nell’impatto, sorprendendo la comunità scientifica che ha trovato del materiale prezioso e non contaminato per le ricerche.
Il meteorite quindi è caduto verticalmente al suolo e nell’impatto ha scheggiato solo una piastrella del balcone di un’abitazione fra Contrada Rondinelle e Contrada Serra Paducci ed un pannello solare sul tetto della stessa abitazione, a Matera, la sera stessa di San Valentino. Lo annuncia Prisma, Prima Rete Italiana Studio Meteore e Atmosfera dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).
Quindi tutte le teorie scientifiche del presunto luogo di impatto nei pressi di borgo Venusio erano errate o quasi?
Daniele Gardiol (astronomo Inaf di Torino e coordinatore nazionale della rete Prisma) spiega che: “Il ritrovamento è avvenuto a soli tre giorni dalla caduta, e quindi si tratta materiale freschissimo, non contaminato. I meteoriti hanno attraversato quasi inalterati i circa 4,5 miliardi di anni dalla formazione del nostro Sistema Solare e ritrovarne uno appena caduto come quello rinvenuto a Matera aiuta molto gli scienziati a ricostruire le tappe che hanno portato alla formazione dei pianeti, Terra compresa”.
Un fatto particolarmente significativo, perché i frammenti provenienti dallo spazio non hanno toccato il terreno, dunque sono incontaminati e preziosissimi per la ricerca scientifica , a certificarlo è l’esperto Carmelo Falco dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inas), spiegandolo al sindaco di Matera Domenico Bennardi: “La straordinarietà di questo intervento è stata nella capacità di aver fatto funzionare al meglio il sistema “Prisma”, una sorta di videosorveglianza su atmosfera e meteore, il quale in Puglia ha alcune camere che hanno osservato questo grosso evento. Noi ci siamo allarmati e attraverso le immagini di Prisma siamo riusciti a capire dove sarebbe potuto cadere esattamente il meteorite, ovvero alla periferia nord della città dei Sassi”.
Il Falco ha continuato a spiegare: “Poi siamo entrati in contatto con Gianfranco e Pino Losignore, che sono stati molto gentili e disponibili consentendoci di recuperare i materiali in condizioni straordinariamente buone. Si tratta di frammenti che hanno impattato contro la loro casa non contaminandosi con il terreno, quindi dalle analisi e ricerche questo materiale ci darà informazioni incredibilmente accurate e straordinarie. È un ritrovamento estremamente raro, per cui in queste condizioni probabilmente in Italia forse è la prima volta che avviene una cosa del genere, o quantomeno la seconda dopo Cavezzoli. Matera è in vetrina anche per questo evento, complimenti”.
Sarebbero stati recuperati una settantina di grammi in 12 frammenti principali e decine di frammenti più piccoli del meteorite. Tutto il materiale sarà presto sottoposto ad analisi approfondite per determinare composizione la chimica, mineralogia e le caratteristiche petrografiche necessarie alla classificazione del meteorite. I particolari dell’evento saranno illustrati lunedì, nel corso di una conferenza presso la sala “Mandela” del municipio d Matera, con la partecipazione degli esperti che mostreranno anche i frammenti ai giornalisti, prima di trasferirli nei musei scientifici Inas di Napoli e Firenze.
Tutto è bene quel che finisce bene, San Valentino ci ha lasciato un bel ricordo da tramandare ai posteri e ci auguriamo che sia stata scoccata pure la freccia dell’amore per questa scienza nei nostri lettori, giovani lettori e meno giovani.
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