Tunisia: parlamentare condannato per offesa al presidente ed ai militari

Un tribunale militare ha emesso l’assurda, squallida e farlocca condanna

Gianvito Pugliese

La democrazia non è facile né da conquistare, se non se ne possiede una tradizione radicata, né mantenerla, quando il popolo non la difende anche a costo di usare le armi.

Kais Saied

E’ il caso della Tunisia, dove il Presidente Kais Saied ha sospeso il parlamento, destituito il governo e ha preso il controllo della maggior parte delle autorità, suscitando critiche diffuse in patria e all’estero. Ha, altresì, sciolto e il Consiglio superiore della magistratura, l’organo che garantisce l’indipendenza della magistratura stessa. E gli effetti estremamente negativi si sono appena manifestati, in tutta la loro assurdità ed arroganza dittatoriale.

Yassin Ayari (foto di copertina), un parlamentare tunisino (il parlamento è però sospeso), venerdì scorso è stato condannato in contumacia a 10 mesi di carcere da un tribunale militare con l’accusa di aver insultato il presidente e l’esercito, avendo descritto la mossa del presidente di congelare il parlamento come colpo di stato militare. Ayari in un post su Facebook aveva così descritto le azioni di Saied

Un post di Ayari

Ayari, al telefono da Parigi, ha aggiunto all’intervistatore: “E’ ridicolo… Ieri Saied ha detto a Bruxelles di non essere un dittatore e oggi un tribunale militare emette una condanna al carcere contro la libertà di espressione di un parlamentare “.

La pena detentiva appena comminata ad Ayari rafforza la paura dell’opposizione che Saied sia in cerca di vendetta sui suoi oppositori, ora che ha assunto su di se tutte le cariche dello stato.

Gli oppositori, che non sono i soli critici di Saied, lo accusano di cercare poteri dittatoriali e di minare lo stato di diritto.

Saied ha dichiarato che sosterrà i diritti e le libertà conquistati nella rivoluzione del 2011, che ha portato la democrazia in Tunisia, e che quest’estate sottoporrà a referendum una nuova costituzione, a cui seguiranno nuove elezioni parlamentari a dicembre.

Praticamente, se rispettasse i tempi, cosa di cui dubito, anche alla luce di quanto accaduto nell’ex Birmania, Saled si è assicurato un anno di poteri dittatoriali, E la storia ci ha insegnato che i dittatori s’instaurano con la demagogia e si tolgono solo con un bagno si sangue. Diversamente non mollano l’osso, perché tale considerano il loro Paese, un osso da spolpare.

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