Un Trump ricattatorio dinanzi alla Corte d’appello di Washington
Ha dichiarato: “Se non avrò l’immunità non l’avrà neppure Biden”
Gianvito Pugliese
“Se non otterrò l’immunità, allora il corrotto Joe Biden non otterrà l’immunità“. E’ questo il post che l’ex Predidente americano ha fatto apparire sul suo social Truth, aggiungendo che “Joe sarebbe maturo per essere incriminato“.
Una sceneggiata di quart’ordine che può impressionare solo i bovari texani che tanto lo amano, nel momento in cui si è accinge a presentarsi dinanzi alla Corte federale di appello di Washington per rispondere dell’accusa di aver ordito un complotto per rovesciare i risultati delle elezioni del 2020. E’ prevista per oggi l’audizione dinanzi alla Corte dei legali di Trump che ” chiedono l’archiviazione delle accuse, sostenendo l’immunità esecutiva dell’ l’ex presidente”.
Trump, che di solita diserta i tribunali, anche quando convocato, oggi a sorpresa ha voluto essere presente all’udienza. I Colleghi americani che si occupano di politica per le varie testate ritengono che “la scelta sia dettata dall’idea di sfruttare l’occasione mediatica in vista delle primarie in Iowa del 15 gennaio“.
La conferma viene da Mike Davis, un consigliere della campagna elettorale, che ha dichiarato alla Nbc news: “Credo che i democratici intendono colpirlo legandolo alle questioni giudiziarie, ma questo si sta rivelando per loro controproducente in modo spettacolare. Stanno trasformando Donald Trump in Nelson Mandela”.
Per l’arrivo di Trump il palazzo di giustizia è stato blindato ed allontanati i curiosi, cosa che sembra non sia stata gradita dal Tycoon
Sono previste le arringhe di John Sauer, legale di Trump, e James Pearce, rappresentante del procuratore speciale Jack Smith. James Pearce.
La difesa di Trump sostiene che “l‘ex presidente gode di immunità completa a livello penale per ogni “azione ufficiale” condotta mentre era ancora in carica, cioè nei mesi successivi al voto del novembre 2020 e che il loro assistito, essendo stato sottoposto ad impeachment ed assolto, per il suo presunto ruolo nell’assalto al Congresso, un nuovo processo violerebbe la norma che vieta di processare una seconda volta qualcuno che è stato assolto“.
Per il procuratore speciala Jack Smith, l’immunità presidenziale si limita alle cause civili e non a quelle penali: “Non ci sono precedenti storici a sostegno delle ampie rivendicazioni di immunità dell’imputato”, che aggiunge a riprova il fatto che “Richard Nixon abbia chiesto ed ottenuto la grazia dopo essersi dimesso dalla presidenza a seguito dallo scandalo Watergate come prova del consenso legale sul fatto che un ex presidente possa essere processato una volta terminato il mandato“.
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