Valieva autorizzata a competere, ma l’ombra del doping rimane
L’ombra del doping però resta
La redazione
Una gara fuori della pista di pattinaggio Kamila Valieva se la aggiudica: La Corte Arbitrale dello Sport (CAS), confermando una precedente decisione dell’Agenzia russa antidoping (RUSADA), revoca il divieto di gareggiare per la quindicenne pattinatrice russa.
Una vittoria ancora parziale, non essendoci ancora una decisione definiva in ordine al dopping, ragion per cui nessuna medaglia olimpica verrebbe assegnata nel singolare femminile a cui parteciperà giovedì la giovane atleta russa se la stessa si guadagnasse un gradino del podio.
I dirigenti sportivi delle Olimpiadi preposti alle premiazioni confermano che consegneranno i premi solo una volta che il suo caso di doping sarà stato risolto.
Valieva è scesa in pista, sul ghiaccio di Pechino, per allenarsi mezz’ora dopo la sentenza del CAS, I colleghi sportivi che vi hanno assistito descrivono un’impeccabile corsa di prove libere del programma corto nel singolare femminile di martedì, primo giorno dell’evento a due pattini.
Il CAS ritenuto che Valieva fosse una “persona protetta” secondo le regole dell’Agenzia mondiale antidoping (WADA), Il suo caso presente “circostanze eccezionali” e pertanto, va riammessa con riserva, Impedire alla Valieva di gareggiare alle Olimpiadi avrebbe potuto rappresentare un danno irreparabile. sempre secondo il CAS.
La sentenza del CAS ha suscitato reazioni contrastanti.
“Andiamo Kamila!” le augura la ballerina russa sul ghiaccio Nikita Katsalapov subito dopo aver vinto una medaglia d’argento e aver appreso della decisione di riammissione.
Sarah Hirshland, CEO (Amministratore delegato) del Comitato Olimpico e Paralimpico degli Stati Uniti, ha dichiarato: “Questo sembra essere un altro capitolo del disprezzo sistematico e pervasivo per lo sport pulito da parte della Russia”.
Witold Banka. residente della WADA (Agenzia mondiale antidoping : “Il doping dei bambini è malvagio e imperdonabile. Il mio messaggio per rassicurare gli atleti è che faremo di tutto per indagare correttamente su questo caso“.
La sentenza del CAS non è entrata nel merito del caso di droga che ora è nelle mani delle autorità antidoping, esclusivamente competenti in materia. Non si hanno però notizie sui tempi per arrivare ad un verdetto e molti temono che non arriverà entro la fine dei Giochi. La WADA ritiene che spetti a RUSADA (L’agenzia antidoping russa affiliata alla WADA stessa), tenere prima un’audizione sul test antidroga positivo. Infatti ha dichiarato; “Come per ogni caso, la WADA esaminerà il risultato per assicurarsi che sia in linea con il codice e, se del caso, può presentare ricorso al CAS“, ha affermato.
Il Comitato olimpico russo ha chiesto un’indagine “completa e imparziale” sul caso.
Travis Tygart, CEO dell’Agenzia antidoping statunitense ha dichiarato: “Solo il tempo dirà se lei (Valieva) dovrebbe partecipare a questi Giochi e se tutti i suoi risultati saranno o meno squalificati”.
Mark Adams, portavoce del CIO ha affermato che l’assegnazione delle medaglie per l’evento a squadre non potrebbe andare avanti fino a quando il caso di doping non sarà stato definito. Per CIO “Sarebbe inappropriato che la cerimonia si svolgesse durante i Giochi“.
Il caso Valieva-dopping è davvero un giallo apparentemente inesplicabile. L’atleta russa è risultata positiva alla trimetazidina (farmaco per il cuore vietato?) il 25 dicembre durante i Campionati Nazionali Russi. Il risultato è rimasto segreto fino all’8 febbraio, dopo cioè che aveva gareggiato nell’evento a squadre ai Giochi invernali vinte dalla squadra russa.
La quindicenne pattinatrice russa ha abbagliato il mondo del pattinaggio diventando la prima persona in assoluto ad eseguire con successo i salti quadrupli nella gare olimpiche femminili.
Il CAS, infatti, rileva “gravi problemi di notifica prematura dei risultati. Tale notifica tardiva non è stata colpa sua, nel bel mezzo dei Giochi Olimpici Invernali, non è stata colpa sua “, afferma la sentenza.
La Wada: “Secondo le informazioni ricevute dalla WADA, il campione in questo caso non è stato segnalato dalla RUSADA come campione prioritario quando è stato ricevuto dal laboratorio antidoping di Stoccolma, in Svezia. Ciò significava che il laboratorio non sapeva di dover accelerare l’analisi di questo campione“.
Per Tygart: “Oltre agli atleti e al pubblico, questa giovane atleta è stata terribilmente delusa dai russi e dal sistema globale antidoping che l’ha gettata ingiustamente in questo caos“, ha detto.
Possiamo sbagliare, ma aldilà delle dichiarazioni pro o contro sembra che nessuno voglia risolvere la questione prima della fine delle Olimpiadi, Farebbe troppo clamore, qualunque sia la decisione, Rendere noto il verdetto e conseguentemente premiare a fari spenti sulle Olimpiadi, fa comodo a tutti. E la brutta pagina la scrivono tutti. fuorchè Kamila Valieva di sicuro vittima. Ed è certo che i colpevoli resteranno sconosciuti, nell’ombra come lo sono stati fino ad oggi. Nessuno, sottolineo nessuno vuole accertare come realmente si sono svolti i fatti e chi ci ha messo le mani sopra.
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