Zemmour spacca i Republicains e la sinistra lo attacca
Disordini al primo comizio del candidato di destra, scontri fra attivisti antirazzismo e servizio d’ordine
La redazione
Al primo comizio di Eric Zemmour da candidato alle elezioni presidenziali francesi è successo di tutto di più. Reazioni sia a destra che a sinistra. “Come si può restare indifferenti rispetto al discorso per la Francia di Eric Zemmour? Lo sottoscrivo con il mio amico Eric Ciotti”, si legge in un tweet di Guillaume Peltier, vice presidente del partito Les Republicain, che continua “c’è un unico avversario: Emmanuel Macron; un solo obiettivo: riparare la Francia; un solo modo per farlo: unire tutti gli elettori di destra, insieme con i Republicains“.
Qualche ora prima Ciotti: “Il messaggio lanciato da Valerie Pecresse (eletta ieri candidata dei Republicains dagli iscritti al partito, ndr) non è buono”.
In realtà Ciotti è stato sconfitto da Pecresse nella finalissima del congresso ed in molti profetizzano una scissione dei gollisti, con gli sconfitti pronti a transitare nell’estrema destra.
La sinistra ha attaccato Zemmour senza se e senza ma, attribuendogli la responsabilità delle violenze scoppiate a Villepinte fra attivisti dell’associazione Sos Racisme e i suoi sostenitori.
“Zemmour ha legittimato questa violenza incontenibile”, scrive su Twitter il primo segretario del partito socialista, Olivier Faure. “La Francia non è razzista. Condanno in modo più assoluto queste insopporatibili violenze che non hanno spazio nella nostra Repubblica”, dichiara la sindaca di Parigi e candidata socialista per l’Eliseo, Anne Hidalgo. Le fa eco Fabien Roussel, candidato alle presidenziali del Pcf, il partito comunista francese: “Giornalisti fischiati, attivisti antirazzisti aggrediti: ecco cosa sarebbe la Francia se Zemmour, pieno di odio, la governasse”.
“La violenta aggressione contro gli attivisti antirazzisti è scioccante e scandalosa“, ha dichiarato Alexis Corbiere, portavoce del leader della France Insoumise, Jean-Luc Melenchon. Secondo Christophe Castaner, presidente dei deputati della Republique en Marche, partito del presidente Emmanuel Macron, “per Zemmour la libertà di espressione può essere solo la sua. Non vuole la stampa se non lo sostiene e dice sì al razzismo e all’istigazione all’odio”.
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