Ferragosto e turismo.
Per il turismo segnali ferragostani di vitalità. Ma siamo distanti anni luce dal recupero delle recenti perdite e dalla vera ripresa. In foto la sede del Ministero del Turismo (Mibact).
La settimana di ferragosto segna i migliori dati sull’affluenza nelle località a vocazione turistica, in prevalenza quelle balneari. I dati migliori li segna la Puglia, conquistandosi il 16% dei vacanzieri, seguita da Sicilia (13%), Sardegna (11%), Calabria e Toscana (entrambe 9%).
Lo rende noto Assoturismo-Confesercenti. In questa settimana ferragostana sono previsti circa 30 milioni di pernottamenti nelle strutture ricettive, il 10,8% in meno rispetto allo scorso anno. Un dato di per sè negativo, ma che offre un barlume di speranza ad un settore trainante dell’economia nazionale, finora messo totalmente al muro, più che in ginocchio, dall’epidemia virale che ci ha colpiti. Occorrerebbe recuperare, infatti, le perdite subite all’annullamento di ogni attività nei mesi di maggio, giugno e parte di luglio. Ma, purtroppo, non è nei sogni neanche del maggior ottimista.
Comunque privilegiati mare e montagna, battuta di arresto pressoché totale per agriturismo/collina, termali e città d’arte, quest’ultime per la scomparsa di turisti stranieri. Rinasce la vacanza nelle seconde case e la ricerca di ospitalità presso parenti ed amici. Spinge in quest’ultima direzione sia il timore di contagi, che difficoltà economiche e paura di attingere dai risparmi, ammesso che qualcuno ne abbia ancora. Circa un italiano su tre utilizzerà questa forma di vacanza.
C’è una forma di turismo, cosiddetto di scambio, che non poco lavoro aveva procurato a specifiche agenzie che gestivano prevalentemente siti idonei a promuovere e favorire lo scambio di ospitalità. Molto praticato nel turismo religioso che cerca, quasi sempre, le soluzioni più economiche per via della limitata solvibilità della maggioranza dei pellegrini.
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