Intervista a Marina Lalli
Intervista del nostro direttore alla neo presidente nazionale designata di Federturismo Confindustria. l’imprenditrice tranese Marina Lalli.
Gianvito Pugliese
L’annuncio della designazione dell’imprenditrice pugliese Marina Lalli a Presidente nazionale di Federturismo Confindustra. lo demmo, credo, per primi e la firmò alcuni giorni or sono il nostro Massimo Salomone. Sembra che stia arrivando il tempo della meritocrazia, perlomeno in certi contesti. Ma, forse, è troppo ottimismo sperare che tanto contagi la vita pubblica del Paese.
Abbiamo rivolto, quindi, alla brillante neo Presidente, alla guida di uno tra i comparti economici più delicati e significativi per l’Italia, e per la Puglia ancor più, qualche domanda.
Presidente, qual’è oggi la situazione delle imprese del turismo, quali le prospettive immediate ed a medio termine?
La situazione, come ha detto Lei in premessa (ndr. formulandole “L’in bocca al lupo”, attesa la drammaticità del momento), è davvero molto critica. Le aziende sono allo stremo, anche perchè le nostre imprese, improvvisamente, si sono trovate a non poter operare. Ciò che è peggio, ed è una peculiarità del turismo, è il fatto che la ripartenza sarà molto lenta, perchè bisognerà rimettere le strutture turistiche in condizioni di ospitare i loro clienti, spesso ristrutturando, ed al contempo si sta perdendo una parte importante della stagione turistica, cioè la primavera ed a seguire parte della stagione estiva. Per le aziende pugliesi significa perdere gran parte del fatturato che viene prodotto da aprile a settembre e che corrisponde praticamente al fatturato annuale. L’altro problema e che, comunque, non abbiamo ancora le regole per la ripartenza. Impossibile, quindi, poterci organizzare. Problema molto serio, non avendo regole certe, non si possono stimare i costi degli investimenti indispensabili per riaprire. Ma c’è qualcosa di ancor peggio ed è non avere alcuna garanzia in ordine alle responsabilità. Aver definito sciaguratamente il Covid un infortunio sul lavoro, comporta lo scaricare responsabilità sull’imprenditore, che francamente non gli competono. Cosa ne sa l’imprenditore dei comportamenti di un suo dipendente, fuori dell’azienda e dell’orario di lavoro. Giusto che al lavoratore non sia imputabile l’aver portato il Covid in azienda, ma giusto anche che la responsabilità non gravi sull’imprenditore, che ha messo in atto tutte le precauzioni possibili. Riaprire, dunque dopo tre mesi in totale mancanza di liquidità che l’avvio della stagione avrebbe assicurato diviene pressoché impossibile.
Ha messo il dito sulla piaga: la mancanza di liquidità. A tal proposito, quali le iniziative assunte dal Governo centrale per sostenere un settore che, oltre che fiore all’occhiello dell’immagine dell’Italia nel mondo è un’asse portante della sua economia? Mi permetta di aggiungere: a che punto sono eventuali trattative in proposito?
Devo dire che, per quanto attiene il governo centrale, se le cose dovessero rimanere come le abbiamo viste e lette nella bozza di decreto che è circolata in questi giorni, l’aiuto semplicemente non c’è. Abbiamo rilevato solo due articoli che ne parlano, in cui peraltro sono previsti aiuti alle famiglie che vogliono andare in vacanza ed hanno un reddito molto basso, che però al 90% va anticipato dall’azienda ospitante. Ora noi stiamo chiedendo, dimostrazione alla mano, liquidità per poter ripartire, sia come agevolazione sulla fiscalità che con contributi a fondo perduto e ci viene risposto che dobbiamo essere noi i finanziatori di un’operazione elettorale del governo, per mandare in vacanza i propri potenziali elettori. Devo aggiungere, che noi alla riapertura non potremo mettere in conto il magazzino, come hanno fatto le imprese manifatturiere, che pure loro, per carità, navigano in pessime acque. Comunque, dando fondo al magazzino, qualcosa hanno potuto recuperare. Le aziende turistiche non possono neanche sognarselo, la stanza d’albergo che rimane invenduta oggi, non la si recupera più, non va a magazzino. I clienti non possono essere rinviati a date gradite a noi, vengono quando lo decidono.
Della dott.ssa Lalli, sapevo bene della preparazione e dell’essere perfettamente all’altezza del compito. In un momento di difficoltà senza precedenti era chiaro che gli industriali del turismo dovessero scegliere un capitano capace di destreggiarsi come pochi anche tra secche e scogli.
Ciò che non sapevo, e che dall’intervista è emerso chiaramente, è che Marina Lalli è un tipo che non le manda a dire. Altra qualità rara di questi tempi.